Page 302 - Lezioni di Mitologia;
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luna si sia conservata, appartiene alla figura di que-
sta dea eh' è nella Villa Borghese in Roma. Le sue
Oreadi, o ninfe , di cui Obi è la più conosciuta
hanno delle lunghe ali di aquila, come le aveva
la dea nella famosa arca di Cipselo. Sopra un'urna
eh' è nel Campidoglio, e sopra un bassorilievo della
Villa Borghese, queste ninfe tengono i cavalli at-
taccati al carro di Diana, quando discende per dare
un bacio a Endimione addormentato. Giulio Scali-
gero pretende che queste ninfe per esser distinte non
portino il turcasso sulle spalle, ma al fianco, il che
non si saprebbe provare cogli antichi monumenti,
ma al^contrario non si vede in niun luogo le Oreadi
col turcasso. Nel numero delle ninfe di Diana si
trovano ancora le Driadi , vale a dire le custodi
delle foreste, e sopra tutto delle querce. Una pit-
tura di Ercolano ci rappresenta una Driade, di cui
la parte inferiore è formata di foglie , e che tiene
un' asce nelle sue mani : la più cognita fra queste
si chiamava Figalia. »
Non solamente le donne seguaci furono di Diana,
ma fra gli uo'mini ancora vi ebbe chi imitavane
gli studii. Giova rammentare fra molti Ippolito
emulo della castità di questa dea, tanto da meri-
tare r ira di Venere, cui soddisfece l'amore della
delusa matrigna. Diana, nella tragedia di Euripide
intitolata VIppolito coronato, introdotta per sciogliere
Fazione, ci palesa l'innocenza del suo seguace, ed
ordina che nella patria onori gli sieno fatti. Quindi
ho creduto potere aggiungere a questa Lezione la
descrizione della morte di Ippolito, la quale ho tra-