Page 297 - Lezioni di Mitologia;
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guardi, sono feconde le spighe, i quadrupedi, e cre-
sce l'avere, e non scendono nel sepolcro se non
portando lungo spazio d'anni: non divora le loro
famiglie la discordia, che scote le case piii ferme;
pongono le sedie intorno ad una sola mensa le
parenti, le cognate. Sia, o veneranda, caro a me
solo chi è veritiero, ed io sia quegli; abbia sem-
pre a cuore il canto in cui si odano le nozze di
Latona, e tu molto regni con Apollo , e di tutte
l'imprese tue si favelli, dei cani, degli archi, dei
cocchi, che leggermente ti trasportano quando vai
verso la sede di Giove. Qui gl'immortali incontro
ti si fanno nel vestibolo, e il buon Mercurio riceve
le tue armi. Apollo la tua caccia. Ma non ha più
questo premio da che il fiero Alcide è venuto nel
cielo. Egli ostinatamente sta alla porta aspettando
che tu rechi qualche pingue pasto, e ridono senza
fine sopra lui tutti gli Dei, e specialmente la stessa
suocera Giunone quando ti prende di sul cocchio
un toro assai grande, o per un pie di dietro smi-
surato palpitante cignale, e quindi con accorte pa-
role, così ti favella: Ferisci le bestie feroci, affin-
chè i mortali ti chiamino come me divinità del
soccorso: lascia pascere sui monti le capre selvag-
gie e le lepri: e che fanno di male? ma i cignali
offendono i seminati, e i bovi sono gran danno ai
mortali; onde ancor questi uccidi. Così parlando
intorno alla smisurata bestia s'affatica, poiché quan-
tunque abbia divinizzate le membra sotto la frigia
querce del monte Oeta, egli è quello istesso Ercole
vorace, ed ha quel medesimo ventre col quale s'in-