Page 325 - Lezioni di Mitologia;
P. 325
313
Ortia scrive Esichio che fosse denominata Diana
da una regione dell'Arcadia, ed infame ne era il
tempio presso gli Spartani, ove nei più remoti
tempi si sacrificavano vittime umane. Licurgo can-
giò questo barbaro costume nella flagellazione dei
fanciulli fino all'effusione del sangue. Gli altri co-
gnomi di questa divinità hanno relazione ai luo-
ghi, ove le sorgevano templi, ovvero ai diversi at-
tributi che stimavano spettarle. Quanto al simula-
cro ed al culto di Diana Efesina v' instruirà Vi-
sconti nella seguente illustrazione:
« Assai ci sorprenderebbe la stravagante imma-
gine della dea, che in questa tavola ci si presenta,
quando già da troppi monumenti non conoscessimo
il mistico simulacro della celebrata Diana Efesina.
Se dunque non ce ne giunge nuova la rappresen-
tanza, altro non faremo che considerar di passaggio
il rapporto de' moltiplici attributi dei quali è carico,
colla divinità medesima, che n' è il so^ra^etto. A ra-
gione si è lamentato Gronovio degli antiquarii, che
invece di spiegare tutti que' simboli coll'arcana teo-
logia che questa dea riguardava, abbiano accozzati
insieme diversi numi, ed ora in Cerere, ora in Iside
ed ora in Cibele abbiano trasformata la dea dea^li
Efesii. Quantunque non siamo stati iniziati ai misteri
di questo nume, possiamo pure da un solo passo di
San Girolamo indovinare il sistema dei Gentili ri-
guardo a questo antichissimo simulacro , cioè, che
lo consideravano come un simbolo della natura.
Così si esprime quel dottissimo Padre ne' suoi
commenti all'Epistola di San Paolo agli Efesini:
NiccoLiNi. Lez. di Mit. ecc. 40