Page 340 - Lezioni di Mitologia;
P. 340

328

                così parla di Minerva, dicendo che ignote le erano
                le dolcezze dell'amore:   « Alla figlia di Giove da-
                gli occhi glauchi piacquero  i doni di Marte, le stra-
                gi, le guerre, le tenzoni, le pugne: insegnò la prima
                ai mortali fare  i cocchi e le rote armate di bronzo. »
                  Gli stessi versi detti Ortrii le  si tributavano, e
                dei quali fa l'inventore Arione Metimneo, spiravano
                guerra, ed  i maschi petti animavano nella zuffa.
                  Il  celebre  Monti cantò   le  qualità guerriere  di
                Minerva in questi versi   :


                   a Alma figlia di Giove
                     Che alla destra t'assidi
                     Del tuo gran padre,    e sola
                     De' celèsti vibrarne osi gli  strali,
                     Né del cangiato vibrator s'accorge
                     La folarore divina  :
                     Tremenda, alta reina.
                     Cui diletta per mezzo alle battaglie
                     Il nitrir dei  cavalli,
                     Il picchiar degli scudi,
                     Delle rote  il fragor; che la grand'asta
                     Sull'egida battendo empi di lampi
                     Di Maratona    i campi
                     E le rupi Erettee: tu che d'Atene      ^
                     Vai per la notte oscura
                     Visitando  le mura, e   ti palesa
                     Il risonar dell'armi
                     E  il sibilar delle gorgonie serpi

                      Sull'usbergo immortai: tu qui presente,
                      Vergine armipotente, o che    ti piaccia
   335   336   337   338   339   340   341   342   343   344   345