Page 386 - Lezioni di Mitologia;
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statua: o si consideri la voltata del capo, o l'atti-
tudine delle braccia, o l'andamento del corpo, il
panno, l'urna, e fin l'acconciatura dei capelli, che
non sono, come la maggior parte delle statue di
Venere, raccolti in un nodo sopra la fronte. Questo
rapporto dà un risalto notabile alla nostra statua;
ed è sicuramente un gran piacere per l'amatore
delle antichità e delle arti poter vedere così intiera
e conservata una immagine di quel nobile simula-
cro, che i Gnidi per somme immense d'oro non
voller cedere a Nicomede re di Bitinia, che ecclis-
sava nel suo tempio i capi d'opera di Scopa e di
Briasside; per cui tanti navigavano a bella posta
in Asia, e per cui il fanatismo degli antichi giunse
agli eccessi i. più stravaganti. La perfezione di
quest' opera avea impegnato l'artefice a replicarla
in bronzo, e si ammirava il duplicato in Roma ai
tempi di Claudio, dove perì nell'incendio Neroniano.
Il fato di quella di marmo non ci è noto. Chi sa
che la testa che è in Madrid non ne sia una parte,
fortunatamente pervenuta sino a dì nostri? Il vaso
è un idrio servito per l'acqua del bagno; la cura
della beltà han cercato gli antichi di esprimere con
questi accessorii nelle statue di Venere ; così in quella
di Troade, di cui esiste in Roma una copia antica
di Menofanto, ha invece dell'urna una scatola d'ab-
bigliamenti detta dai Greci t^^j^'?, da' Latini pioois, e
biixis dal bosso onde antichissimamente solca for-
marsi. Sebbene le acque, simbolo delle quali è l'idria,
hanno a Venere una relazione anche più stretta,
per esser ella nata dalle acque, cioè dalla spuma
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