Page 384 - Lezioni di Mitologia;
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che conosciamo, con sicurezza ci fa strada a rav-
visare questa dea in parecchie altre sculture. Il petto,
in parte discoperto, lo abbiamo considerato come
proprio dell' effigie di Venere : ora mi sono avve-
nuto in un passo degli Argonautici di Apollonio
Rodio che dà gran lume a siffatte immagini. Egli,
nella descrizione delle figure travagliate da Minerva
stessa nel paludamento di Giasone, non omette l' im-
magine di Venere collo scudo in mano del dio Marte:
l'affibbiatura della cui veste caduta dalFomero man-
co, sino verso il gomito, le lascia a discoperto il
seno e la sinistra mammella.
» La circostanza non potea rilevarsi con mag-
giore opportunità pel nostro argomento. Inoltre giova
osservare che le pieghe regolari ed artefatte della
sua tunica, la quale ne contorna le membra e ne
adombra l'ignudo, sono anch'esse da' greci poeti alle ,
immagini di Venere attribuite. Apparisce evidente-
mente da un epigramma di Antipatro nella greca
Antologia che la maniera più comune di rappre-
sentare Venere era di vestirla di tuniche artificio-
samente piegate. Anche dell' eleganza dell' atto di
sollevarsi dietro all'omero il manto si è avuto luogo
di ragionare per riconoscervi una leggiadria intro-
dotta nelle arti greche assai di buon'ora, e almeno
fin dai tempi di Polignoto. Per quel che riguarda
le Veneri vestite non mi tratterrò a confutare l'opi-
nione di Winkelmann sul preteso cesto di Venere,
ch'egli ravvisa in un cinto intorno ai lombi di al-
cune figure femminili: mi ha prevenuto in ciò il
celeberrimo signor Heyne: osserverò solamente che