Page 417 - Lezioni di Mitologia;
P. 417
405
« Cerere, poi che della madre Idea
Lasciata in fretta la solinga valle
La figlia non trovò dove l'avea
Lasciata fuor d'ogni segnato calle,
Là dove calca la montagna Etnea
Al fulminato Encelado le spalle.
Fatto ch'ebbe alle guancie, al petto, ai crini.
Agli occhi danno, alfin svelse due pini.
E nel foco gli accese di Vulcano,
E die lor non potere esser mai spenti,
E portandosi questi uno per mano
Sul carro, che tiravan due serpenti.
Cercò le selve, i campi, il monte, il piano,
Le valli, i fiumi, gli stagni, i torrenti,
La terra, il mare; e poiché tutto il mondo
Cercò di sopra, andò al Tartareo fondo. »
Orlando Fur.^ Canto 12, St. 1, 2.
Andando in traccia della figlia pervenne ad un
castello di cui era signore Eleusio, cui la moglie
Jona avendo partorito Trittolemo cercava una nu-
trice. La dea si offerse per questo ufficio, ed il
fanciullo nutrito di latte divino maravigliosamente
cresceva. Ammiravano i genitori la robustezza del
fanciullo, e loro cadde in pensiero di osservare gli
andamenti della nutrice. Scorse il padre fra le te-
nebre in agguato, che la donna lo nascondeva fra
le fiamme; gridò, e Cerere irata a lui tolse la vita,
al figlio diede un carro tratto dai serpenti, perchè
agli uomini insegnasse la maniera di seminare le
biade.