Page 412 - Lezioni di Mitologia;
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Mercurio il re del tempio, allor ch'il suolo
Tremò repente, e ripercosse indietro
Tornaro le mugghianti onde dell'Ebro:
I cavalli nitrir sparsi nei prati:
Segno al nume vicin, stridon le porte
Di perenne adamante. Ecco ritorna,
^E le belle ire del valor guerriero
Ha nel volto; di sangue Ircano è lordo
II manto, ed il crudel spruzzo del carro
Cangia il color dei larghi campi; a tergo
Porta trofei rapiti e squadre in pianto:
Cedon le selve, e la profonda neve
Dà loco. Regge con la man sanguigna
L'atra Bellona i suoi cavalli, e stanca
A lor con l'asta il polveroso tergo.
Sol per la vista la Cillenia prole
Tremò: Terrebbe anche il terrore a Giove
Le minacele e i comandi. A lui diceva
Marte il primo: dal ciel che rechi? a questo
Cielo, alle nevi mie, certo non vieni
Volontario, o fratel: d'Arcadia i colli
Questi non sono per rugiada lieti,
Né del Liceo l'aura clemente. — Il Nume
Gli fa risposta dei paterni cenni,
E Marte non dimora, e volge indietro
I volanti destrieri, ancor che fumi
Loro il sudor sull'anelante collo.
Odia dei Greci i tardi sdegni: il padre
Dall'alto il vede: ira minor dà loco
A tardo senno, e volge indietro il volto:
Come Euro, se le vinte onde abbandona.