Page 432 - Lezioni di Mitologia;
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              da notarsi che  i Greci considerando    Cerere come
              la terra chiamavano   i cadaveri demetrii  (a/ìp-7t/j/3  si-
              gnifica Cerere) senza dubbio per la natura del corpo
              umano,  e per la maniera nella quale è decomposto,
              piuttosto che distrutto dopo la morte. Ciò può aver
              dato luogo alla favola,  la quale suppone che Ce-
              rere divori la spalla di Pelope,   alla  quale ne  fu
              sostituita un' altra di avorio. Non  è  difficile com-
              prendere  il  senso  dell' allegoria  ,  la  quale  indica
              la consumazione dalla terra del nostro corpo    , che
              conserva più lungamente le ossa dall'avorio signi-
              ficfite.
                Conviene adesso accennare brevemente        il  ratto
              di Proserpina, uno dei principali avvenimenti della
              storia  di Cerere.  Ai primi poeti  ,  e  fra  gli  altri
              Fante, che viveva innanzi Omero,       fu argomento.
              I pili grandi  artisti, specialmente  il celebre Prassi-
              tele, rappresentarono questo fatto inciso ancora sulle
              medaglie  di molti   popoli  della  Sicilia  e  dell'Asia
              Minore. In un basso rilievo antico si vede Plutone
              che rapisce Proserpina malgrado     le  dissuasioni di
              Minerva. Mercurio, utile in questa intrapresa, pre-
              cede  il carro del rapitore,  e sembra voler    conso-
              lare la figlia di Cerere. Questa composizione     alle-
              gorica può essere dei bei tempi della Grecia, perchè
              è semplice,   e per intenderla non    vi abbisounano
              iscrizioni, come  in un monumento da Winkelmaun
              pubblicato. In quello  si vede sopra una colonna la
              Persuasione;   sotto  i piedi di lei Venere seduta, che
              ha sulle ginocchia Paride che l'abbraccia: innanzi
              a questa sta Amore ohe guarda Paride, e gii pone
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