Page 431 - Lezioni di Mitologia;
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         comprò con quel poco che     gli restava dei bovi, in-
         ventò l'aratro, ed ebbe dalla fatica sussistenza mi-
         gliore. Ammirando Cerere      il  ritrovato  di  lui,  lo
         rapì, e lo pose nel cielo   fra le costellazioni  sotto
         il nome di Bifolco. Questa favola non mi sembra
         così antica come la precedente, ma l'allegoria rin-
         chiude in sé un'eguale evidenza. La fatica è di com-
         penso  al povero per le ricchezze, e somministran-
         dogli  il modo di soddisfare alle necessità della vita,
         può   fargli  disprezzare  ,  se  è savio  ,  i  doni  della
         Fortuna.
            Questa   dea era  lo  stesso  che Cerere  ,  secondo
         Dione Crisostomo. Infatti sopra alcuni monumenti
         ha  le spighe ed  altri simboli a Cerere convenienti.
         Forse questa parità fu immaginata      per mostrarne
         l'incertezza delle raccolte,  e per farci comprendere
         ohe tutte le ricchezze sono figlie della terra. Eschilo
         ];el principio della sua tragedia delle Eiimenidi fa
         comparire la Pitia che parla in questi termini: Of-
         friamo  i nostri oma^^sri innanzi alla Terra che    la
         prima fra   gli Dei qui rese  i suoi oracoli;  in seguito
         a Temi    che a sua madre     nel santuario  profetico
         successe. Per la cessione libera e volontaria di   lei,
         Febe sua sorella ne divenne la terza sovrana      , ed
         ella alla nascita del suo nipote gliene fece un dono,
         e  gli diede  il cognome  di Febo. —
            Apollo fu dunque    il quarto che rispose  gli  ora-
         coli,  i quali erano le sole leggi dei primi greci. In
          consei^-'uenza non  è maravi£?lia che Cerere sia stata
          ì)resa per la Terra  e per Temi, e tutte   e  tre do-
         vevano   necessariamente avere simboli     comuni. E
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