Page 426 - Lezioni di Mitologia;
P. 426

414
                   Tenebre e luce. — Sì parlò lo dio.
                   Mercurio  gli astri occupa già; l'ascolta
                   Giove, e rivolge nella sacra mente
                   Vari pareri: del richiesto nodo
                   Qual sarà   il frutto? e chi col puro sole
                   L'ombre di Stige Gambiera? Piaceva
                   Alfin questo consiglio al senno eterno.
                   A Cerere fioriva unica e cara
                   Figlia (altra prole le negò Lucina)
                   Ma più d'ogni altra madre era superba:
                   Del numero così compensa      il danno
                   Proserpina alla dea cura primiera.
                   Sì giovenca non ama     il suo torello
                   Che calca appena la minuta arena
                   Col pie mal fermo, e non ha curvo ancora
                   Il nuovo onor della lunata fronte.
                   Già la matura giovinetta in core
                   Sente la fiamma d'Imeneo, che detta
                   Al tenero pudor timidi    voti.
                   Suona la reggia pei rivali proci:
                   Chiedon le nozze a gara e Febo      e Marte:
                   Rodope   il primo, l'Amiclee contrade
                   Doma   il secondo, e Delo e   i Clari  tetti.
                   Vuol Proserpina in nuora, emula Giuno
                   Dell'altera Latona: ambe    le sprezza
                   Cerere bionda, e   il suo pegno commenda,
                   Ahi! cieca del futuro,   ai campì Etnei,
                   Infidi  lari alla commessa  figlia.
                                   (Seguita nella Lezfone vegniente).

                * Jasione è figlio, secondo Isacio. di Minos e di Fronia.
   421   422   423   424   425   426   427   428   429   430   431