Page 426 - Lezioni di Mitologia;
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Tenebre e luce. — Sì parlò lo dio.
Mercurio gli astri occupa già; l'ascolta
Giove, e rivolge nella sacra mente
Vari pareri: del richiesto nodo
Qual sarà il frutto? e chi col puro sole
L'ombre di Stige Gambiera? Piaceva
Alfin questo consiglio al senno eterno.
A Cerere fioriva unica e cara
Figlia (altra prole le negò Lucina)
Ma più d'ogni altra madre era superba:
Del numero così compensa il danno
Proserpina alla dea cura primiera.
Sì giovenca non ama il suo torello
Che calca appena la minuta arena
Col pie mal fermo, e non ha curvo ancora
Il nuovo onor della lunata fronte.
Già la matura giovinetta in core
Sente la fiamma d'Imeneo, che detta
Al tenero pudor timidi voti.
Suona la reggia pei rivali proci:
Chiedon le nozze a gara e Febo e Marte:
Rodope il primo, l'Amiclee contrade
Doma il secondo, e Delo e i Clari tetti.
Vuol Proserpina in nuora, emula Giuno
Dell'altera Latona: ambe le sprezza
Cerere bionda, e il suo pegno commenda,
Ahi! cieca del futuro, ai campì Etnei,
Infidi lari alla commessa figlia.
(Seguita nella Lezfone vegniente).
* Jasione è figlio, secondo Isacio. di Minos e di Fronia.