Page 434 - Lezioni di Mitologia;
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E scote i lilibei bracci spumando
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Quinci sdegnosa di ripari scote
Peloro opposto la Tirrena rabbia.
In mezzo ad arsi scogli Etna s'inalza,
Che dirà sempre i gigantei trionfi
Ad Encelado tomba: ivi, le membra
Avvinte ognor, dall'anelante petto
Respira fiamme, e allor che il peso immenso
Di scoter tenta dal ribelle collo
E muta i fianchi, la Sicilia trema.
Le città dubbie con le mura ondeggiano,
E della vista sol d'Etna le cime
Conoscer lice: ne frondeggia parte:
Niun cultore ha la vetta. Or le native
Nuvole innalza; in improvisa notte
Splendon le fiamme che nel cielo avventa
,
E con i danni suoi l'incendio nutre.
Ma benché bolla per soverchio ardore
Sa serbar fede alle Sicane nevi
Che ne difende arcano gelo, e lambe
Con fedel fumo l'innocente fiamma
Le contigue pruine. A questa terra
La madre ora commette il pegno ascoso,
E volge il carro ver le Frigie sedi
Di Cibelle turrita. Onde le membra
Pieghevoli dirige ai suoi serpenti,
E l'aer fende, e tratta i nembi a volo.
E per placida spuma umido il freno,
Purpurea cresta le minacele scema
A gli occhi, e macchian verdi strisce il tergo,
Kisplende l'oro fra k squamnie: or vince