Page 612 - Lezioni di Mitologia;
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che da questi due nacquero la maggior parte dei
mostri dell'inferno.
Virgilio così n'esprime le sembianze e l'ufficio
a E guardiano
E passeggiero a questa riva imposto
Caron, demonio spaventoso e sozzo,
A cui lunga dal mento, inculta ed irta
Pende canuta barba. Ha gli occhi accesi
Come di bragia. Ha con un groppo al collo
Appeso un lordo ammanto, e con un palo
Che gli fa remo, e con la vela, regge
L'affumicato legno, onde tragitta
Sull'altra riva ogrior la gente morta:
Vecchio è d'aspetto e d'anni, ma di forze
Come dio vigoroso e verde è sempre. »
Eneide, lib. iv, v. 441 e segg.
Annibal Caro, che così tradusse Virgilio, ebbe
per certo in mente questi versi di Dante, che così
introduce Caronte nel suo Inferno:
a Ed ecco verso noi venir per nave
Un vecchio bianco per antico pelo.
Gridando: Guai a voi, anime prave:
Non isperate mai veder lo cielo:
r vegno per menarvi all'altra riva,
Nelle tenebre eterne, in caldo e in gelo:
E tu che se' costì, anima viva,
Partiti da cotesti che son morti.
Ma poi ch'ei vide ch'io non mi partiva,