Page 615 - Lezioni di Mitologia;
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salisse sul trono paterno. Egli volendo loro per-
suadere la sua origine divina, disse che avrebbe a
Nettuno sacrificato un toro qualora un propizio au-
gurio gli fosse comparso. Neil' istante comparve un
toro dal mare, ed i Cretesi maravigliati gli permi-
sero di regnare. Non sono d'accordo sulla sua patria
gli antichi. Chi lo vuole forestiero, chi nativo di
Creta, e non figlio di Giove.
Omero, fra gli altri, neìV Odissea, lo vuole disce-
polo di Giove, e dice che in quest'isola regnò per
nove anni, quantunque Eusebio ed altri scrittori
molto da lui dissentano su questo particolare.
E fama che fosse tanto potente per mare da im-
porre tributo agli Ateniesi per la morte di Andro
geo, come dichiarerò a suo luogo parlandovi di
Teseo. Nacquero da lui (non contando Androgeo)
Glauco , Deucalione , Fedra ed Arianna. Vogliono
che inseguendo Dedalo autore del laberinto venisse
in Sicilia da Cocalo, che gli fu ospite liberale. Ma
le di lui figlie ingannate da Dedalo, lo uccisero get-
tando all'improvviso acqua bollente nel bagno.
Ma quello che è fuori di dubbio si è che per la
fama della sua giustizia meritò di esser creduto
figliuolo di Giove e giudice all'Inferno. L'avventura
di Niso giustissimo lo dimostra.
Regnava questi in Nisa città vicina ad Atene,
allorché Minosse pertossi a devastai'e l'Attica, e ad
assediare quella città. Scilla figliuola del re vedendo
Minosse dalle mura della città assediata se ne in>
namorò, e recise al padre il capello fatale, da cui
dipendeva la sorte della patria. Minosse inorridì al