Page 607 - Lezioni di Mitologia;
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Quand'io ti dissi: Misero Linceo,
Che sol tra tanti sei restato in vita,
Levati e fuggi, ed al tuo scampo attendi:
E se a fuggir tu non t'affretti, questa
Agli occhi tuoi sarà l'ultima notte.
Onde d'orrore e di spavento pieno
Sorgesti presto, o ti fuggìa dagli occhi
La gravezza del sonno, e rimirando
Quel ferro eh' io nella tremante destra
Teneva ancor, m'addomandavi quale
Fosse cagion ch'io ti esortassi tanto
Alla veloce inaspettata fuga.
Ed io ti dissi: Eh mentre ancor l'oscura
Notte noi vieta, oh Linceo troppo amato,
Fuggi veloce. Tu fra pietà e tema,
Tra spavento ed amor, tra dubbio e speme
D'indi partisti, ed io rimasi sola
Mesta nel mesto e doloroso albergo.
Già fuor dell' Oceàn levato aveva
La fronte Apollo, e n' arrecava il giorno
,
Quando mio padre in minacciosa e fera
Vista s'entrò nei funerali alberghi
Per numerar gli esanimati corpi
Dei miseri fratei generi suoi.
Che si giacean nei mal bramati letti,
Nel sangue loro orribilmente involti.
Tu sol mancavi alla gran strage, ed egli
Non potendo soffrir la vita in uno.
Si lamentava e si dolea che poco
Sangue s'era versato: ond'ei mi prese
Per le ancor sciolte chiome (e queste sono