Page 604 - Lezioni di Mitologia;
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Miseri aveano, e dall'ignaro vulgo
Compressi intorno, e di novelli fiori
Cinti i capei, che preziosi unguenti
Facevan molli, e di letizia pieni
Da lor fato crudel portati furo
Entro agli alberghi; ahi sfortunati amanti!
Anzi dentro ai sepolcri, e sopra i letti,
Anzi bare funebri, eran distesi
I lor miseri corpi. E già dal sonno
E dal cibo e dal vin ciascun oppresso
Sicur giaceva alla sua donna in braccio;
E profonda quiete intorno aveva
Argo occupata, e si dormiva ognuno
So'ombrato il cor delle diurne cure :
Quando mi parve udir le voci afflitte
Ed i gemiti tristi, e i tristi omei
Di quei, che fuor de' gl'impiagati petti
Versavan l'alme, e l' innocente sangue ;
Anzi gli udiva: onde il vital calore
Tutto s'ascose, e impallidita e fredda
Mi giacqui sopra al genial mio letto.
Ma, come trema allo spirar dell'aure
Debile spiga, o come volve e scuote
II gelato Aquilon frondosa chioma
D'arbore antico, o di frondoso pioppo,
Tal io tremava, o se tremar più puossi,
E tu senza sospetto ebro dormivi,
Perchè quel vin che tu bevuto avevi
Era liquor d'addormentar altrui.
Ma mi sgombrar dal genitor mio crudo
1 precetti superbi empi e nefandi