Page 627 - Lezioni di Mitologia;
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era mancante dell'altro. A quest'altro sarebbesi
dovuto porre in mano il freno per imitare le due
Nemesi di Smirne, una delle quali nella mano si-
nistra ha il freno, l'altra il ramo di frassino. La
perdita però dei simboli secondari non ci si rende
molto sensibile, attesa la conservazione di quel ge-
sto che esprime il cubito e la misura. Questo è
l'indubitato distintivo di Nemesi, che ce la fa ri-
conoscere in questo unico simulacro certificato a
tal denominazione dagli autori, dalle medaglie, dalla
combinazione di tutti i monumenti che ci riman-
gono. Più non chiederebbesi ad una tal quale espo-
sizione di questo nobilissimo marmo, se non do-
mandasse qualche periodo la descrizione lasciataci
da Pausania della famosa Nemesi di Ramnunte
borgo dell'Attica, simulacro per la divozione e per
l'arte memorando, che da Varrone venia preposto
a quanto sino da' suoi tempi aveva saputo effigiare
la greca scultura, salita dal più bello della natura
umana all'ideale della divina, tempi che aveva già
preceduti il secol d'oro dell'arte. Agoracrito Parlo
discepolo di Fidia n'era stato l'artefice, e tanta
eccellenza rilucea nel lavoro, che spesso gli scrit-
tori l'anno attribuito al maestro: o ebbe es^li la
disgrazia comune ad altri discepoli d'uomini insi-
gni, che se qualche opera grande producono, l'in-
vidia non vuole darne loro tutto il merito.
» Il marmo in cui fu scolpita la superba statua
era stato destinato dal re Dario a lavorarvi un tro-
feo della vinta Grecia. Disfatti però i Persiani dal
valore Ateniese a Maratona, venne quel marmo in