Page 629 - Lezioni di Mitologia;
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       degli Etiopi. Qui è la maggior esitanza di Pausa-
       nia: ma non    è questa   ampolla che una     fiala  di
       preziosi unguenti tutta propria di Venere    , su  cui
       sono scolpiti gli Etiopi, non per la loro   giustizia,
       come vanno ideando     i commentatori   di quel  clas-
       sico, ma per indicare o la Libia, o l'Arabia    , con-
       fusa spesso coU'Etiopia, patria dei più    ricchi  bal-
       sami, e dei più ambiti dall'antico lusso muliebre.
       La corona d'oro che cingeva     il capo  della dea  si
       conveniva pure a Venere, che presso      i poeti è ta-
       lora denominata eOTTsyavo?, dalla bella corona. Le vit-
       torie incise sono quelle riportate sulle dee   rivali
       e  i cervi che  le framezzano    indicano  abbastanza
        che non sono le vittorie dei   forti.  »
          Questa illustrazione di Visconti non è esente da
       molti  sbagli  , come ha rilevato un mio dottissimo
        amico, l'Abate Zannoni   , in un  bella  dissertazione
        su questa dea, che non ha veduto ancora la pub-
        blica luce.  Egli  osserva fra le altre cose, che  la
        fiala non è un vaso per unguenti    , come pretende
        il Visconti, ma che gli antichi se ne servivano per
        bere e per giuramenti.
          Ma   io non  voglio con   altre  riflessioni  , che la
        bontà  dell' amico mi ha suggerite  , stancar la vo-
        stra attenzione, onde udite da Ovidio, che ho tra-
       dotto, come Dedalo,    il più antico degli Artisti, fug-
        gisse con Icaro suo mal    avventurato   figlio a Mi-
        nosse,  di cui vi favellai nella passata Lezione.


          Dedal, che Creta odiava, e    il lungo  esiglio.
             Tocca la carità del suol natio.
              NiccouNi. Lez. di Mit.  ecc.            78
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