Page 634 - Lezioni di Mitologia;
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                le cose mortali governava. Ed altro antico scrittore
                disse a ragione, non   esser la nostra  vita che un
                continuo scherzo della fortuna, una perpetua vicis-
                situdine fra  i beni e  i mali, fra la povertà e le ric-
                chezze.
                  Non è del mio istituto    il decidere se la pigrizia
                e r imprudenza degli uomini     abbiano  collocato  la
                Fortuna fra  le Dee, come parve a Giovenale, e se
                molto  ella possa negli avvenimenti di quaggiù, e se
                qualche volta, più che   al coraggio ed al sapere, a
                lei debbano  i potenti  l'esito  felice  delle  loro im-
                prese.
                  Dante stimò che    il potere  di  quest' Essere mo-
                rale combinarsi   potesse coi principii  della nostra
                religione,  e fede ne fanno  i seguenti versi:

                « Colui, lo cui saver tutto trascende.
                     Fece  li  cieli, e die lor chi conduce.
                     Sì che ogni parte ad ogni parte splende,
                  Distribuendo u^^'ualmente la luce:
                     Similemente agli splendor mondani
                     Ordinò general ministra e duce,
                  Che permutasse a tempo      li ben vani
                     Di gente in gente e d'uno in altro sangue.
                     Oltre la difension de' senni umani:
                  Perchè una gente impera, e l'altra langue.
                     Seguendo lo giudicio   di  costei,
                     Che è occulto come in erba l'angue.
                  Vostro saver non ha contrasto a      lei:
                     Ella provvede, giudica, e persegue
                     Suo regno, come    il loro  gli  altri Dei.
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