Page 635 - Lezioni di Mitologia;
P. 635
623
Le sue permutazion non hanno triegue:
Necessità la fa esser veloce;
Sì spesso vien chi vicenda consegue.
Questa è colei, ch'è tanto posta in croce
Pur da color che le dovrian dar lode,
Dandole biasmo a torto e mala voce.
Ma ella s'è beata, e ciò non ode:
Con l'altre prime creature lieta
Yolve sua spera, e beata si gode. »
Inferno, Canto vii, v. 73 e segg.
Ma passando a ricerche relative alla Mitologia
dirò che Omero non parla della Fortuna, non per-
chè, com'è pensiero di alcuni, commettesse il go-
verno delle cose a Dio solo, ma perchè nell'antica
Teologia le Parche ne adempivano gli ufficii. Quin-
di quell'inno sopra Cerere, in cui Pausania scrive
avere Omero nominato tu-/-/), o Fortuna, sarà stato
come si crede di quegli altri che ci restano, a lui
falsamente attribuito.
La Fortuna ebbe attributi in parte simili a Ne-
mesi, e con lei fu sovente confusa. In fatti in un
rovescio di una medaglia pubblicata dal senator
Buonarroti, Nemesi ha il timone e la carnucopia
della Fortuna , ed in altri monumenti ha le torri
per la stessa ragione.
Dione così spiega i simboli della Fortuna: Il ti-
mone significa che governa la vita degli uomini,
e il corno d'Amaltea indica il dono dei beni e della
felicità.
Le ali d'oro sono date da Eschilo alla Fortuna,