Page 758 - Lezioni di Mitologia;
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quello ove sono scolpiti i caratteri del Lione che
segue la Vergine, la quale tiene il frutto dell'Au-
tunno.
Finalmente la giovine ninfa cerca cogli occhi la
quarta Tavola , che offre l' immagine della coppa
di Ganimede dalla quale il nettare scorre, e vede
che il destino accordava a Bacco la vite , come
concesso aveva a Febo il lauro, a Minerva l'ulivo,
a Cerere le spighe. È rapita di gioia a questa vi-
sta, va a raggiungere le sue sorelle, e ritorna verso
il mare d'oriente, da cui esce il Sole.
Bacco però era sempre inconsolabile per la per-
dita del suo amico , e la natura intera sembrava
dividere il suo dolore. La Parca gli annunzia che
il suo caro Ampelo non è morto del tutto ; che
non passerà l'Acheronte , e diverrà per i mortali
la sorgente di un liquore delizioso , che sarà la
consolazione del genere umano e ritrarrà sulla terra
r immagine del nettare , bevanda degi' immortah.
Bacco, gli dice, non piangere, onde le lacrime dei
mortali siano asciugate. Appena ebbe terminate
queste parole, che un prodigio colpì gli occhi del
dio. Il corpo del suo amico si cangia in un istante,
s'inalza sotto le forme d'un arbusto che produce
l'uva, e forma una vite. Il nuovo albero prende il
nome di Ampelo, come il suo amico, e divien ca-
rico di un frutto nero, mentre il giovin Cisso, can-
giato anch'egli in un arbusto, s'inalza tortuosamente
intorno alla vite, ed agli alberi i quali protegge
colla sua ombra.
Bacco prende il nuovo frutto , lo spreme fra le-