Page 759 - Lezioni di Mitologia;
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sue dita, e ne fa scorrere l'umore in un corno di
bove che gli serve di coppa. Lo gusta, e s'applau-
disce della sua scoperta. Apostrofa l'ombra del suo
amico, la di cui morte ha preparata la felicità dei
mortali. Dà gli elogi più pomposi all'eccellenza del
nuovo arbusto e a quella del suo frutto , sopra
tutte le produzioni della terra. Il vino, egli dice,
sarà un rimedio contro tutti i dolori.
Ecco r origine poetica che Nonno dà a questo
liquore.
A questa prima tradizione ne aggiunge pure
un' altra. Supponete che la vite, pianta selvaggia,
crescesse sulle rupi, quando un serpente volle man-
giare del frutto di lei, e raccoglierne il liquore. La
sua bocca divenne rossa per questo umore, e Bacco
•ch'errava per le montagne se n' avvide, e si ram-
mentò di un antico oracolo di Rea. In conseguenza
fece un foro in questa rupe per procurarsi una
specie di strettoio in cui mettere l' uve. Egli le
preme coi Satiri, che ben presto divengono ubria-
chi per la forza del nuovo liquore. Vien descritta
la vendemmia e le danze che 1' accompagnano , e
questo episodio termina il duodecimo Canto.
La spedizione di Bacco nelle Indie cantata in
tutte le istorie del nume , raccontata da Diodoro
Siculo, comincia nell'altro Libro, e comincieremo
a narrarla nella seguente Lezione.
Udite da Filostrato la descrizione di due pitture
antiche relative alla storia di Bacco.