Page 182 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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172      LEZIONE UNDICESIMA.
       che dava una grand’ importanza  alle fisooomie, non fosse  ri-
       masto soddisfatto della di  lui esteriorità.  Il  noviziato a cui  si
       sottoponeva gli alunni prima d’ ammetterli  all’ insegnametìto su-
       blime, era severissimo e-lungo. Vivevano in comune, uniti fra
       loro da vera e ferma amicizia, .soggetti à rigoroso silenzio, e a
       grande austerità  di cibi, di  vesti, di sonno. Dovevan prestar
       giuramento il più rarameute possibile; e in quel caso, prestarlo
       con riflessione e mantenerlo con tutta fermezza. Coltivavano, la
       musica e la ginnastica, alternandone  gli esercizi coi tratteni-
       menti filosofici.
         Queir istituto acquistò tanta fama  ,  e  i  suoi allievi tanta
       influenza, cosi in Crotone che fuori  , da .sperare un rivolgimento
       morale nello popolazioni. Ma nel 504, le mene d’ un tal Ciloné,
       nobile e ricco, ne procurarono la caduta.  Irritato d’essere stato
       rigettato da Pittagora allorché  s’ era presentato per essere am-
       messo fra  i suoi discepoli, costui, col pretesto che nella scuola
       s’ insegnava delle dottrine aristocratiche  , aizzò talmente la ple-
       baglia che questa si mos.se a tumulto, e attaccò  il foco alia casa
       dove vivevano  i Pittagorici; parte di questi perirono, parte  si
       salvarono colla fuga. Non si sa bene se Pittagora, al tempo della
       sommo.ssa, si trovasse in Crotone; a ogni modo,  si dice gene-
       ralmente che mori a Metaponto. Le sue dottrine però sopravvis-
       sero lungamente, e furono so.stenute e svolte da parecchi  filosofi.
         Qui termina  il nostro quadro della cultura  delle colonie.
       È certo un quadro dipinto o meglio disegnato imperfettamente
       e a gran tratti: ma se  il  finirlo in tutte le sue parti, cosi nelle
       principali che nelle accessorie, e  il ravvivarlo di bei colori lo
       avrebbe reso più vago, sarebbe stato però un  allontanarci di
       troppo dal  nostro assunto principale. D’altronde,  in qualche
                ; jicrchè chi studia  la storia d’ un popolo,
       modo bisognava farlo
       vuol conoscere  la vita di esso in tutti  i suoi modi di sviluppo e
       di manifestazione. Bisognava farlo anche per gratitudine che  i
       popoli civili devono sentire per le colonie greche, mas.sime l’asia-
       tiche. Se queste non  si  fossero  mes.se con  tanto ardore alla
       ricerca del bello e del vero, non è egli supponibile che la lor
       madrepatria,  la  Grecia  propria,  si sarebbe  vòlta  più tardi
       che non fece alla ricerca medesima? o almeno che questa sa-
       rebbe stata meno proficua? Noi  qui  non rammenteremo  né
       Omero né  nessun  altro poeta  : ma senza Dipeuo  e Scillide
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