Page 181 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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CULTURA DELLE COLONIE GRECHE.  ili
     filosofo. 1 numcTi, non .solo rappresentavano per lui l’essenza e
     le proprietà delle cose, ma avevano anche una specie d’esistenza
     obiettiva, e servivano di materiali per la costruzione dell’uni-
     verso. Nel suo modo di concepire simbolico e mistico, l’unità
     as-soluta o la monade era  il principio reale di tutte le cose; dalla
     monade ne veniva la diade o dualità che  era  la materia. Ora
     il bello  il bono e  il vero stanno  nell’ annonia o  nell’ unità,
        ,
     mentre nella moltiplicità ó  l’ imperfetto; dunque tutto  il movi-
     mento della creazione tende a ricondurre la moltiplicità all’unità,
     a sciogliere cioè gli spirili dai legami della materia, mediante la
     scienza. Quanto poi alla metempsicosi
                     ,  e’ [lensava che l’anima ,
     es.sendo immortale, dopo separata da un corpo passasse sempre
     ad animarne un altro, a.scendendo e discendendo cosi, secondo
     i suoi meriti  , tutta la scala degli esseri.
       La scuola che abbiamo detto  , la fondò nella città di Crotone.
     Non si sa perché abbandonasse la sua isola natale; nò si può che
     congetturare  il perchè andasse a  risedere in quella città piut-
     tostocbè altrove. Fu forse non tanto  la purezza dell’ aria e  il
     governo aristocratico, caro al lilosofo, quanto perchè esistevano
     in Crotone delle causo di disordine  ; ondo sperava d’ essere ac-
     colto con gioia dalla classe privilegiata o d’ esser secondato da
     essa nell’ attuazione de’ suoi disegni. Questi disegni, variamente
     interpretati  dagli  storici, avevano ugualmente uno scopo reli-
     gioso, filosofico e politico; in altre parole, l’istituto fondato da
     lui era, al tempo stes.so, una scuola filosofica  , una comunità re-
     ligiosa e un’associazione politica. Come all’ individuo gl’incombo
     l’obbligo di perfezionarsi o rendersi più che può simile alla di-
     vinità, cosi  gli Stati devono, secondo Pittagora,  riflettere  di
     quell’ ordine e  di  quell’ armonia cho  presiedono  al  mante-
     nimento dell’universo. Ciò  non  è  ottenibile  senza  stabilire
     una supremazia razionale degli  spiriti  illuminati  dalla  filosofia
     e  purificati dalla religione. Bisognava  dunque  formarne un
     certo numero, bisognava educar degli animi a .saper signoreg-
     giar sè stossi, onde rendersi degni di dominar  sugli  altri. Ed
     ecco  la ragione prima dell’ istituzione e dell ordinamento della
     societìi pillagorica.
       1 membri che la componevano eran trecento ,  scelti fra le
     famiglie più nobili, non solo di Crotone ma di tutto  l’ altre città
     italiche; né veniva ammesso nessuno,  se l’occhio del maestro.
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