Page 177 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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CULTURA DELLE COLONIE GRECHE.  167
           £ lasciata la reggia aurea dei padre
                  A me venisti.
          1 passeri leggiadri al carro avvinti  »  •
           Ti guidaro veloci al Kruno suolo,
           Che si libi&r, le stese ali battendo
                  Per  1' aure a volo.
          Prónta giungesti ed il divin sembiante
           Con un riso volgendomi  , o beata,
           De' miei mali ctiiedesti,e perchè tanto
                  bri invocata.
          £ qual desio dell' infocato petto
           Arbitro fosse, e con novello amore
           Chi tentava adescar; Saffo, chi mai
                  l i strazia il core?'
          Ratto ti seguirà, s' ora ti fugge;
           Doni li porgerà  , s' or non gli accoglie  ;
           Amerà  , se non ama , in onta ancora
                  Alle tue Voglie.
          Diva deh Igieni; dell' acerbe pene
           L'alma mi sciogli  , fa' il desir compiuto
           Dell’agitato seno, e tu medesma
                        '
                  Pugna in aiuto  I
      Ma s’uscirebbe troppo dai limiti stabilitici, se si volesse
   parlar cosi a uno a uno dei poeti delle colonie. Non faremo dun-
   que ebe Semplicemente rammentare, fra  i tanti,  il dolce Arione
   di Lesbo,  il mesto Mimnermo di Colofone,  il gentile Anacreonte
   di Teo,  il patetico Simonidc di Geo,  1’ ardente Gallino di Efeso,
   il terribile Archiloco di Paro,  il ridente Esopo vissuto a Samo
   quantunque nato in Tracia. Insamma sullo coste dell’Asia e nelle
   sue isolo fiorirono  i poeti più celebri  ; le colonie asiatiche gode-
   rono di quasi tutti  i doni delle muso: l’epopea, l’elegia, l’ode,
   la satira, la favola e la musica. Le siciliane invece non hanno da
   citare che Slesicbro, ed Epicarmo inventore della commedia; e
   la madrepatria non ebbe che questi tre nomi  ; Tirteo (del quale
   tuttavia alcuni pretesero che fosse di Mileto) Solone e Teognide.
      Tanto la poesìa era considerata bastante a soddisfare a tutti
   i bisogni intellettuali, a trasmettere di generazione in genera-
   zione le glorie nazionali,  i precetti morali, le scoperte,  i segreti
   della scienza e dell’ arti, che mentre quella era giunta alla mag-
   < Ìor floridezza,  i Greci non avevano prosa, o non cominciarono
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   a usarne che verso la metà del sesto secolo avanti Cristo. Il pri-
   mo .scrittore in prosa fu Ferecide, nato nell’ isola di Sciro, autore
   d’ una Teogonia. Dai frammenti che ce ne resta, si capisce che
      1 Trad.  tii G. Caselli.
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