Page 173 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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CULTURA. DELLE COLONIE GRECHE.  163 ,
      vano, secondo la mente degli architetti, essere ornati di gruppi
      di statile che rappresentassero delle scene relative al luogo o al
      fine della costruzione di quelli  : ma la libertà aveva messo fine
      all’ antiche corporazioni  e gli artK«!ti aumentavano sempre più a
      farsi un’ attiva e utilissima concorrenza  : ma la gente abitatrice
      dell’ Ionia era bella al di sopra d’ ogni altra  , e  1’ uso di combat-
      ter nudi nel -ginnasio presentava all’ artista l’occasione d’osser-
      vare il corpo umano in tutte le pose in tutti gli atteggiamenti  ; o
      collo studio.della natura si faceva più vivo e più profondo il sen-
      timento del belio. Ouindi avvenne, ])or tutto ciò, che la scultura
      fece progressi mirabilmente rapidi  ; e dopo Dipeno e Scillide,  ci
      si presenta im luimero grande d’ egregi artisti.
          Anche la musica, valido impulso a virtù, ' nobile sollievo
      dell’esistènza, e alla quale gli antichi annettevano tanta impor-
      tanza, fu .perfezionata dai Greci delle colonie. Secondo  i diversi
      sentimenti che  si voleva infonder con  (]uella  nell’ animo degli
      uditori, le si dava dei caratteri assai differenti.! principali e più
      famosi fra questi- erano  i tre chiamati, modo dorico, modo lidio
      e modo frigio. 11 dorico, più antico di tutti, era il più maestoso,
      veniva usato pei canti di grave argomento morale  il lidio era il
                                        ;
      più dolce, e però considerato da Aristotile® come  il più efficace
      nell’ educazione dell’età giovanile  ;  il modo frigio, medio fra gli
     altri due, aveva qualcosa di violento, e serviva a suscitar le pas-
     sioni  e infiammar  gli animi  all’ entusiasmo. L’introduzione in
     •Grecia degli ultimi due modi musicali,  si dovè ai Greci asiatici
     che gl’ impararono dai popoli indigeni da cui veniva il loro nome.
     Quanto agli strumenti, fu Terpandro di Lesbo, nel secolo setti-
     mo, che perfezionò la  lira portandone a sette  le corde che  fin
     allora erano state soltanto quattro  ; e  si dice che lo stesso Ter-
     pandro introdusse 'la megada, arpa con venti corde che era stata
     conosciuta da lui nella Lidia.
          Ma abbijamo da notare dei progressi molto maggiori nella
     letteratura. Già fin dal mille,  l’ Ionia aveva avuto  l’ incompara-
         ^ Diciamo cosi perchè  ferm.'imenle la crediamo tale di sua natura, sehbc-
     ne  , nel fatto, non paia in oegi che .sia così. Sui nostri  teatri invece di essere usata
     a esprimere, come dovrebbe, il sentimento religioso, Uamor di patria, il valore,  il
     generoso snerifìzio di sè medesimo, le più nobili  e vigorose passioni dell* animo
     non esprime or.i quasi altro che l’amore; c per di più un amore cosi svenevole,
     che non sappiamo quanto possa contribuire a educare a fortezza gli animi degli udì*
    tori.
         >  Po/i7. Vili, 7.




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