Page 236 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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220     LEZIONE QUINDICESIMA.
        Piatta, e gli faceva crcilero che la (losizione di ricco vas<:allo del
        re  di  Persia, ancorché acquistata con un tradimento verso la
        l>atria, fosse una ^wsizione più alta e più invidiabile di quella
        che occupava presentemente. Che abbia concepito tale idea non
        ci stupisce  : ciò prova soltanto che  il suo carattere era estrema-
        mente debole, e che il suo animo era incapace di conoscere in
        che consiste la vera grandezza. Ma ci stupisce altamente la .sua
        imperizia, anzi  la sua dabbenaggine, nell’uso dei mezzi che
        tenne jicr veiler di raggiungere lo scopo che a’ era iirefi.sso.
          Dopo la prosa di Bisanzio, per entrare nella grazia del re
        emettersi in trattative con lui  , lilwrò nascosta^iente alcuni illu-
        stri Persiani, jiaronti del re medesimo, che erano stati fatti pri-
        gionieri  ; e détte a credere che fossero fuggiti. Si»edi jkjI a Serso
        Gongilo (PKretria che aveva, subito dopo la presa, preposto al
        governo di Bisanzio, con questa lederà ; « lo Pausania, capitano
        » di Siwrta, rimando liberi  i prigionieri di guerra jier far cosa
        » grata a te. Quando tu mi conceda in moglie la tua  figliola, ti
        » prometto di soltomellere al tuo potere Sparta e lutto  il resto
        » della Grecia. Se dunque  tu accetti  la mia projiosla, manda
        » una |K>rsoHa fidata colla quale io jiossa concertare  i modi di
        » dare effetto ai nostri disegni. »  * Serse gli rispose che accet-
        tava  l’ offerta con gran piacere, gli prometteva qualunque aiuto
        in danaro e in uomini che Pausania credesse bisognevele, e man-
        dava Artabazo nella satrapia della Frigia, con residenza a Da-
        scilio sulla Proijontide, ondo conferisse collo Sfiartano. Uicevuta
        questa  risposta, Pausania cominciò a  di[)orlarsi come se non
        fosso più punto necessaria  la dissimulazione delle  sue  inten-
        zioni. Quasi che  il matrimonio desiderato fosse bell' e avvenuto'
        e lui  fos.se dovcnlato uno dei  principali della corte  di  Susa,
        abbandonò la modesta veste spartana per quella lussureggiante
        dei Persiani, si circondò d’ una guardia d’lìgiziani e di Modi,
                                    *
        affettò in lutto un lusso asiatico, e si détte a trattare gli alleali
        coll’ alterigia o  l’ insolenza d’ un satrapo.
          Allora gl’ Ioni che avevano ricujierato recentemente l’indi-
        pendenza, irritati d’ un trattamento che era peggio di quello già
        usato con loro dai governatori barbari, fecero istanza ad Ari-
        stide che assumesse  il comando generale. Tulli  gli altri alleati,
        fuorché F.gina e  i Peloponnesiaci  , acconsentirono cogl’ leni  , e  ,
          « Tucid., I, I2S.
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