Page 235 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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SUPREMAZIA D’ ATENE. 225
Grecia. Questa proposta patriottica non era altro che un pre-
testo per acquistare la preponderanza nel consiglio ; il che sa-
rebbe avvenuto quando ne fossero stati esclusi i Tessali , gli Ar-
givi , i Tebani che eran soliti di votare contro Sparta. Temistocle
quindi si oppose a quella proposta osservando che sarebbe cosa
dannosa alla Grecia in generale se il Consiglio doventasse lo
strumento di sole due o tre città principali. La sua opinione
prevalse: ma quel suo trionfo stimolò al massimo grado il ran-
core che avevan per lui gli Spartani, ! quali s’adoprarono fin
d’ allora a rovinarlo, mettendolo in discredito nella stessa sua
patria. t
Intanto però Temistocle continuava ad accrescerne il potere
e incamminarla sulla via che la doveva condurre al primato di
tutta la Grecia. La fortuna venne a compire l’ opera sua.
Nel 477, la flotta degli alleati, composta di trenta navi ateniesi,
di venti navi fornite dagli Stati del Peloponneso e d’altre ancora
fornite da altri Stati, si rimesse in mare. Il comando delle Ate-
niesi lo aveva Aristide; il comando generale, lo aveva Pau-
,
sania. Veleggiarono prima a Cipro e scacciarono i Persiani dalla
più parte di quell’ isola : andarono poi a Bisanzio , che era oc-
cupata da una ragguardevole forza Persiana, l’assediarono e se
ne resero padroni.
Mentre la flotta stazionava in quelle acque , Pausania co-
minciò a manifestare più chiaramente un gran mutamento che
era avvenuto in lui e del quale aveva dato già qualche segno, e
a far comprendere le ragioni del medesimo. La gloria acqui-
stata a Platea l’ aveva reso arrogante. Sul tripode d’ oro consa-
crato dagli alleati ad Apollo dopo quella vittoria, aveva fatto
scolpire un’ iscrizione che attribuiva a lui solo la sconfitta dei
barbari e l’offerta alla divinità. Il governo Spartano fece can-
cellare queir iscrizione vana e ingiuriosa agli alleati e ne so-
" stitui un’ altra che rammentava i nomi di tutte le città che ave-
vano partecipato all’impresa. Quel fatto però era il primo indizio
d’ una potente ambizione che agitava 1’ animo di quell’ uomo.
E’ la sentiva male di vedersi sottoposto alla sorveglianza e al-
1’ autorità degli Efori. Oltracciò pensava che era soltanto zio e
tutore del giovane re di Sparta; e che, per conseguenza, doveva
venire il momento di cedere a questo il potere, e lui ritornare
semplice cittadino. Tutto ciò gli pareva indegno del vincitore di
Storia d rii’ antica Grecia.
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