Page 243 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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SUPREMAZIA D’ ATENE.  233
     Ateniesi d’abbandonar la cittó, Cimone, ancor giovane, contri-
     bui a fare adottare la proposizione di  lui  : fu visto correre al
     tempio di Minerva a depositarci un freno da cavallo, per indi-
     care che la città non aveva più bisogno di cavalleria, ma bensì
     di truppe navali. E quell’ardore, e’ lo confermò poi a Salamina
     segnalandosi fra  i combattenti. Cominciò allora la sua celebrità;
     e cominciò poco dopo, confortato da Aristide, a fare opposizione
     a Temistocle, surrogandolo adagio adagio nella stima e nell’af-
     fetto del popolo. In ciò  l’ aiutavano sotto sotto anche gli Sparta-
     ni,- ai quali era tanto favorevole lui, quanto era contrario quel-
     r altro  ; ne ammirava la politica oligarchica , e avrebbe voluto
     più somigliante a quella la costituzione d’ Atene. Quando, presso
     Bisanzio,  il comando generale degli alleati fu affidato ad Aristi-
     de, e’ divideva con lui quello delle navi ateniesi. A lui solo fu
     lasciato quasi subito da Aristide  ; ed ebbero allora principio le
     sue splendide imprese militari.
       Nel 476, Cimone assediò e prese la città d’ Eione, in Tra-
     cia, sulle ripe e quasi alla foce dello Strimone. Il persiano Boge-
     te, comandante della guarnigione, quando vedde inutile ogni re-
     sistenza ulteriore, attaccò il foco alla città  , e piuttosto che cader
     prigioniero, si gettò nelle fiamme colle sue ricchezze. La sua fa-
     miglia e  i suoi amici  l’ imitarono.
       Cacciati cosi  i Persiani dagli ultimi loro possessi in Euro-
     pa, Cimone andò àlla conquista di  Sciro. Questa piccola isola
     dell’Egeo, era abitata dai Dolopi che infestavano  il mare con
     continue piraterie. Conquistata che l’ebhe, n’espulse  i Dolopi;
     e ci fu stabilita da Atene una colonia, delie più importanti che
     avesse. A Sciro, credè Cimone d’ aver trovalo le ossa di Teseo,
     e le portò con gran pompa ad Atene sulla sua nave.  I cittadini
     accolsero con gioia le reliquie del loro eroe nazionale, e istitui-
     rono dei giochi per fe^ggiare  l’ avvenimento solenne. In quel-
     l’ occasione, gareggiarono fra di loro  i poeti tragici  ; e Sofocle,
     che espose  allora la sua prima tragedia, riportò  la palma su
     Eschilo dì cui era molto più giovane.
       Per le molte spoglie riportato dalle sue vittorie, Cimone
     accrebbe d’assai il suo patrimonio. Se ne servi per acquistar più
     che mai il favore del popolo. Apri al pubblico i propri giardini  ;
     ogni giorno ammetteva alla sua tavola qualunque povero della
     sua tribù che avesse voluto andarci  ; e usciva di casa accompa-
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