Page 244 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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234     LEZIONE QUINDICESIMA,
        gnato sempre da  molli servi che distribuivano per  lui vesti e
        danaro ai poveri vergognosi. In seguilo; poi, dopo altre e più im-
        jwrtanti vittorie che lo resero senza paragone il più ricco d’ Ate-
        ne, abbellì la città di ediùzi pubblici  ; ornò di piante le piazze  ;
        ridusse a bel giardino (fatto immortale, sotto  il nome d’ Accade-
        mia, da Platone) un luogo incolto e squallido  ; fabbricò un novo
        bastione della cittadella dalla parte meridionale  , e dòtte princi-
        |)io  alla costruzione delle Mura Lunghe, compite più tardi da
        Pericle.
          Gli Ateniesi, imbaldanziti per l’accrescimento del loro po-
        tere, cominciarono presto a trattar con asprezza gli alleati. Que-
        sti, dunque, ricu.savaiio di fornire  il loro contingente di truppe, e
        volevano sborsare unicamente  il danaro pattuito  ; quelli intende-
        vano di  costringerli  alla piena  osservanza dei patti , colle mi-
        nacce e la violenza. Ma Cimone ebbe la scaltrezza di proporre
        eli’ e’ fossero pure esonerati da quegli obblighi come chiedevano
                                  ;
        ma che pagassero invece una tassa maggiore della già fissala,
        onde Alene potesse provvedere all’ armamento necessario. Fu ap-
        provalo  ; e cosi la sua città ebbe una flotta potentissima man-
        tenuta a siMJse altrui, e gli alleati non furono più die suoi  tri-
        butari  t)er  |»oi dovenlare suoi sudditi. Quindi  i tentativi di sot-
        trarsi  al  tributo, furon  considerati come  atti di  ribellione, e
        puniti severamente. Lo provò la città di Caristo nell’Lubca, lo
        provò la ricca isola di Nasso. L’ una e  l’ altrh furono  assogget-*
        tate dalle armi di Cimone a condizioni più dure di quelle da cui
        avevano tentato di liberarsi.
          Gl  ititi, l’anno stesso della e.spugnazione di Nasso, Cimone
       (che qualunque fossero  i suoi  disegni quanto  alla costituzione
       d’ Atene, era spinto dal suo genio a estendere sempre più la po-  -
       lenza di essa)  alla testa d’ una flotta di dugento navi, veleggiò
        verso la Caria e la Licia, allìne di purgarle affatto dai Persiani.
       Alla  foco dell’ Eurimodonte,  nella, Panfilia,  ci  si trovava una
       flotta nemica assai più numerosa della sua. Pure, Cimone lo pre-
       senta battaglia ma  i nemici si ritirano a ritroso del fiume, non
              ;
       volendo combattere prima dell’ arrivo d’ ottanta navi  fenicie che
       venivano in loro aiuto da Cipro. Cimone però, appunto.per pre-
       venir quest’ arrivo, s’avanza nel. fiume, deciso in tutti  i modi di
       venire allo mani, o.attacca  i Persiani. Questi, dopo breve resi-
       stenza, sbarcarono  , e lasciando le navi in preda al nemico, s’af-
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