Page 277 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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CULTURA AL TEMPO DI PERICLE.  267
      più artista di lui  ; e seppe meglio regolare con un’ armonia ge-
      nerale  i suoi drammi, e distribuirne con più grazia e con più
      efficacia le parti. È per questa stia eccellenza nell’arte, è per la
                                                e’
      somma sua abilità a preparare  l’ effetto che vuol produrre, eh’
      subentrò a Eschilo nel favore del pubblico, e doventò  il poeta
      prediletto del secolo di Pericle.
          Il giorno stesso della vittoria di Salamina, nacque, in Sa-
      lamina,  il poeta Euripide.* Era dunque di non molti anni più
      giovane di Sofocle, e mori pochi mesi prima di questo. Eppure
      si direbbe che avessero vissuto a gran distanza di tempo, e in
      affatto diverse condizioni sociali  : tanto  differiscono nella ma-
      niera in cui ciascuno di loro concepì l’ideale drammatico! An-
      che d’ Euripide,  s’ è perso un gran numero di tragedie, sebbene
      ce ne resti diciotto complete, e molti  altri frammenti. Questo
      poeta, è stato oggetto di grandi lodi ma anche di critiche dure
                               ,
      e ingiuste. Certo,  e’ s’ò lasciato trop[)0 spesso dominare dalla
      smania di moltiplicare incidenti e catastrofi a danno dell’ unità
      dell’azione; ha abusato della comodità d’introdurre, in princi-
      pio della tragedia, qualche, dio o eroe che mettesse alla portata
      di quanto doveva accadere, a scapito dell’interesse del pubbli-
      co  ; non ha armonizzalo la parte del coro, ristretto da lui alle
      minime proporzioni, coll’ altre parti del dramma abbonda troppo
                                      ;
      di fredde astuzie avvocatesche, e di declamazioni  morali  , ma
      questi e altri difetti dello sue opere son compensati ampiamente
      da pregi ammirabili. E’ non ha la grandezza di Sofocle, e tanto
      meno la sliblimità d’ Eschilo  ; ma non dà mai nel volgare, e su-
      pera gli altri due nel patetico e nella dolcezza, e dipinge le pas-
      sioni umane con tal maestria, da far persuasi eh’ e’ s’era adden-
      trato dimolto nella profondità del nostro essere. Quindi ò che
      gli antichi ebbero per Euripide un entusiasmo indicibile  : la sua
      fama fu somma, e durante la sua vita e dopo la sua morte, e
      presso  i Greci e presso  i barbari grecizzati.
          Mentre questi tre grandi fiorivano, e anche dopo di loro,
      un’ innumerevole folla d’ altri poeti tentarono la tragedia. Di co-
           il tempo divoratore non ce n’ ha risparmiato nulla o ben
      storo ,
      poco;  e questo poco gli mostra assai inferiori a quei tre, nei
      quali si può dunque dire che la tragedia greca grandemente ri-
      fulse e mori.
          * E uDa tradixione: secondo un* altra , nacque sei anni prima.
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