Page 279 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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           CULTURA AL TEMPO  1)1 PERICLE.  269
     commedia ateniese aveva, più che altro, uno scopo politico, era
     quéllo che in altri popoli la satira politica: per cui, quanto più
     i cittadini avevan mano nel governo, tanto più erano esposti ai
     biasimi e agli scherni dei comici. Quindi Pericle si trovò conti-
     nuamente portato sulla scena, e più o meno malignamente attac-
     cato da tutti  i poeti comici del suo tempo. A volte .scherzavano
     sulla sua testa, che era un po’ tftppo grande, unico suo difetto
     fisico: ma in generale, non  lo presentavano sotto un punto di
     vista comico, e  s’ adojieravano piuttosto a metterne in sospetto
     l’autorità, invitandolo a giurare che non si sarebbe fatto tiran-
     no, chiamando Pisistrutidi»i^uoi amici, e altrocose consimili.
     Si dioiche nel 44u^ quando appunto lui aveva raggiunto l’apice
     del suo^otere  fu promulgata una legge che reprimeva l’inso-
     lenza di quei poet^Non si‘sa in quali termini la fosse concepi-
     ta, né quali circostanze l’aves.sero motivata, nè se fosse dettata
     direttamente da Pericle, offeso nell’ amor proprio. Comunque sia,
     il favore del pubblico ebbe più ellìcacia della legge," e dopo tre
     anni;, la commedia riprese  i suoi soliti modi, come se di misure
     repressive non se no fosse discorso nemmeno. Ciò che abbiamo
     accennato  della commedia  in generale,  ci viene  atto.stato da
     quelle d’ Aristofane,  le sole che possediamo: commedie scritto
     con  tanta vivacità  di dialogo e di narrazione comica, c con
     espressioni  di  pensieri  cosi felice, e con  tale armonia ed ele-
     ganza  di  stile  , con  tanta  arto  insomma  , da  esser  para-
     gonato allo stes.so Sofocle.  '  Gli si dà anche un’ importanza sto-
     rica, considerandosi lo sue commedio come uno specchio della
     vita ateniese. Ma si vada ben  cauti  nell’ accordargli quell’ im-
     portanza, seppure non si crede meglio di negargliela affatto. In
     politica, Aristofane era uomo di partito;,nel resto, tanto lui che
     gli altri poeti comici rappresentavano sul teatro  il solo lato ri-
     dicolo (e a volte anche quello che non lo era, anche la virtù e
    ^la vera sapienza, e ne ridevano), il lato più brutto,  il ributtante
     anche dei costumi d’ allora, e certo esagerandolo. La cosa era
     tale, che  le donne non potevano assistere a quello rappresenta-
     zioni.
       * Platone acrUse in lode del gran comico quest* epigramma  :
             Ine >rrnlltbii icH«
             Orciiv«n>>  l«« Grafìe: e aile dÌTÌne
             D' imlufaoe 1’ alma è ImipiM alHne.
                  Tradui. di Stlv. Ciuto/anti.
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