Page 373 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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I TRENTA TIRANNI. MORTE DI SOCRATE.  363  .
        quella classe d’ uomini  e però nella commedia Le Nuvole, gli
        assali violentemente nella persona di lui.
             Il vecchio Strepsiade, rovinato dai debiti fatti dal suo
        figliolo scialacquatore, vorrebbe trovare, il modo di non pagarli;
        e crede ottimo quello di mandare il figliolo medesimo alla scola
               i quali
        dei sofisti ,
                               insegnano
          *      Con qualche sbruffo di danaro a vincere
                 Le cause o giuste o ingiuste eh’ elle siano.
                               t
        Comunicato la sua idea ài figliolo, questo gli domanda:
                           Che debbo per vostr’ utile
                 Irópajar?
            Strep.     Dicon che costoro insegnino
                 Due sorti di parlare; un lo domandano
                 11 parlar superiore , e  1’ altro chiamasi
                 L’ inferior. Con questo parlando, dicono
                ' Che si vincon le liti anche ingiustissime:
                 Onde se tu per me potessi apprendere
                 Quest’ ingiusto parlar, son sicurissimo.
                 Ch’ io mai non pagherei di tutti  i debiti
                 Fatti per tua cagion, nemmeno un picciolo.
        Fidippide (cosi si chiama il figliolo) non ne vuol saper nulla; e
        Strepsiade  si decide ad andar lui stesso alla scola di  Socrate.
        S’ incontra prima in uno scolare che lo rimprovera d’ averlo in-
        terrotto sul più bello d’ un pensiero. Strepsiade gli domanda cosa
        pensava  ; e lo scolare  :
                 Non ha gran tempo  , che dimandò Socrate
                 A Cherefonte, quanto mai di spazio
                 1 piedi d’ una pulce far potevano
                 Saltando, poiché questa avendo un cìglio
                 Morso di Cherefonte, era di Socrate
                  Dipoi saltata nella testa.
                               Ditemi,
             Strep.
                 Come potè ciò misurar?
                                Benissimo,
             Scol.
                 Mentre facendo della cera struggere,
                  E prendendo la pulce, l piedi immergere
                  E tuffare di  lei fé in quella.  1 zoccoli,
                 Gelandosi là cera, le restarono:
                  Onde questi levati , facilissima
                  Cosa fu misurar tutto lo spazio.
                  Ch’ella col salto fatto avea.
                                  Che spirito,
             Strep.
                  Poflfar di me, che sottigliezza  1
        Lo scolare gli racconta dell’ altre simili : poi Strepsiade cerca di
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