Page 390 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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3^       LEZIONE VENTITREESIMA.
       Grecia? In una precedente lezione s’ é dello che Lisandro, in tutte
       le città dove si presentò dopo  la battaglia d’ Egospotatno, abolì
       la democrazia e delle  il |K)lere a dieci oligarchi e a un armosla
       0 governatore sparlano. Quasia ferma di governo fu imposta non
       •iolo a quelle che nella guerra Feloi>onnesiaca avevan parteggiato
       per Atene  , ma anche ad  altre che erano  state dalla parto di
       Sparta  : doventò  il governo di tutte  le città greche dall’ Eubea
       alle coste della Tracia, e da Mileto a Bisanzio. L’impero .spar-
       tano voleva dunque dire doppia ojipressione  : dei decemviri del
       paese, e deU’armosfa forestiero, che gareggiavano a chi più fa-
       ceva violenza  sui cKladini. Gli esilj  e. le morti erano cosa di
       tutti  i giorni. A Mileto furono sgozzati non meno di ottocento
       popolani. Lo ste.sso fu fallo in altre città  ; per cui Plutarco osser-
       va  :  « Non  si potrebbe coniare  il numero di quelli che furono
       »  fatti perire. »  ' E tanto era  il terrore ispirato in tutti da Spar-
       la, che Senofonte dice  : « Bastava allora che uno .spartano par-
       » lasse perchè tutte lo città ubbidissero. » ’ Tre sole le negarono
       l’ossequio che pretendeva; Argo, Corinto, e Tebe che pre.sto la
       priverà dell’ impero. In una differenza che ebbe con Argo a pro-
       posito di confini territoriali,  gli Argivi sostenevano che le loro
       ragioni erano più giuste di quello degli' Spartani,  o Per chi di-
       B sputa di confini  » disse Lisandro « la ragiono .migliore è que-
       B sta: » • e cosi dicendo, toccava la spada. Pure, con questi stali
       più forti Sparla transigeva. Non cosi con Naupatto, da cui volle
       cacciali  i  Messoni,  i suoi più antichi e fieri nemici; non còsi
       coll’ Elido che messe  a  foco e sangue per vendicarsi, d’ essere
       stala esclusa, nel 420, dai giochi olimpici  ; non cosi con tutte le
       città che costituivano  il suo impero.
          Anche Atene aveva tolto a’ suoi alleati e poi sudditi la loro
       autonomia ma diversamente da Sparta, era rea di poca o punta
            :
       oppressione. Anche Atene esigeva un forte tribolo: ma se ne ser-
       viva in un modo fruttifero pel suo immenso commercio, era por
       rendersi la metropoli dell’ arti e delle lettere,  il di cui riflesso
       grato e benefico giovava e inorgogliva a un tempo anche le città
       sottoposte. Sparta, al contrario,  i mille talenti che riscoteva, gli
       adoperava non nel dare sviluppo al commercio, non nel promo-
          * Lisandro, 19.
         *
          Si. greca, III, I.
            , Lisandro, 92.
         ^ Plut.
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