Page 385 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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TRATTATO D’ ANTALCIDA.  375
    » portati  attraverso  le  loro  proprie truppe,  altri attraverso  i
    » Greci. Ma questi, vedendoli venire, s’aprivano per lasciarli
    » passare. Non ci fu che un soldato,  il' quale, preso da stupore
    » come si potrebbe essere nell’ ippodromo, non si tirò in disparte
    * e fu buttato in terra da uno di quei carri. In quella battaglia
    » non ci fu nessun greco ferito iuorchè uno colpito da una freccia.
       » Ciro, vedendo  i Greci vincere e inseguire  i nemici, ne
    » provò una viva gioia  ; e già quelli che lo circondavano  l’ ado-
    » cavano come loro re. Pure, invece di mettersi anche lui a in-
    » seguire , tenne stretti intorno a sè i suoi secento cavalli, spiando
    » cosa fosse per fare  il re  e’ sapeva che doveva esser nel cen-
                ;
    » tro, posto solito a tenersi dai generali persiani.... Arlaserse,
    » non trovando  nemici dicontro  a sè  o  ai 6000  cavalli che
    » stavano a guardia della sua persona, fece un giro come per
    » circondare  i Greci. Ciro, temendo che attaccasse  i Greci alle
    » spalle e gli tagliasse a pezzi,  si slancia co’ suoi 600 cavalli,
    » atterra quanti  gli  si paran dinanzi, mette in fuga  i 6000 co-
    » mandati da Artaserso e uccide di propria mano,  si dice,  il
    9 generale steso. Ma  i 600 cavalli di Ciro si dispersero per dar
    »  la caccia ai fuggitivi e non rimasero intorno a lui che alcuni
    » pochi. In quel momento scòrse  il re e la sua truppa dorata  :
    » Veggo l’uomo, grida  ; e si precipita fu riosamente su di lui, gli
    » dà un colpo nel petto e lo ferisce attraverso  la coscia. Mentre
    » cosi lo feriva, è colpito lui steso sotto l’occhio da un giavel-
    0 lotto scaglialo con molta forza da un soldato. Ciro cadde mor-
    » to, e caddero sopra di lui otto de’ suoi migliori amici. »  '
       La condotta di quel giovano prineijK) durante questa spe-
    dizione,  e, prwedenlomento,  nella sua  amministrazione del-
    l’ A.sia Minore, rivela in lui delle qualità che non pos-sedova nem-
    meno Ciro  il grande. La Grecia, osserva  il Greto,* non aveva
    motivo di addolorarsi per la sua caduta a Cunassa. Se Ciro avesse
    detronizzato Artaserse e fosse doventato re di Persia, èollo forze
    che si sarebbe allora trovato in mano, colla sua abilità straor-
    dinaria  d’ usarne,  avrebbe  effettuato  il  disegno vagheggiato
    da’ suoi antenati  : avrebbe adoj)erato contro  l’ indipendenza greca
    la greca organizzazione militare, come fecero più tardi Filippo
    e Alessandro di Macedonia.
       * Senot  t ^4nnbétji ^ I ^ 8.
       *  ffist. of Grtecti P. Il, eap. 69,
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