Page 383 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
P. 383

TRATTATO D’ ANTALCIDA.      373
      serse rimase ingannato dalle sue dichiarazioni  , ejasciò che s’ar-
      masse senza opporgli la minima difficoltà
                                   ; né pensò a mettersi
      in stato di difesa, se non quando gli fu detto da Tisaferne che
      queir armamento era troppo forte per credere che dovesse ser-
      vire davvero contro la Pisidia. Ciro dunque si mosse da Sardi
      fra il marzo e  1’ aprile del 401. Attraversata la Lidia, la Frigia e
      la Laconia, arrivò a Tarso capitale della Cilicia.Siennesi
                                            , satrapo
      ereditario di questa provincia,  gli  si dichiarò amico e gli forni
      una gran somma di danaro pel mantenimento della sua armata.
      Dopo essersi -trattenuto a Tarso venti giorni, Ciro detto  l’ ordine
      della partenza. Ma  i Greci ricusarono di continuare. S’ erano già
      lasciati addietro la Pisidia, senza entrarci  : dunque erano stati
      ingannati,.dunque si voleva condurli contre  il re  ; e però dichia-
      rarono che non essendosi arrolati a questi patti , non volevan sa-
      perne. Lo spartano Clearco, uno degli arrolatori, tentò di  farli
      avanzare loro malgrado, coll’autorità del comando: ma  i sol-
      dati, non che ubbidire, cominciarono a lapidarlo. Ciro era affiit-
      tissimo di questo incidente. Finalmente gli acquietò aumentando
      la loro paga, e protestando che intendeva d’andare, non contro
      il re, ma contro  il suo nemico Abrocoma  , il quale era sulle ripe
      dell’ Eufrate, alla distanza di dodici giorni di marcia. Partirono
      dunque da Tarso. Arrivati a Tapsaco, grande e ricca città sul-
      r Eufrate, Ciro manifestò ai generali  il suo disegno di andare a
      Babilonia contro  il re, e gli raccomandò di comunicarlo ai sol-
      dati impegnandoli  a  seguirlo.  I soldati tumultuarono contro  i
      loro capi e gli chiamavano traditori, quasiché avessero saputo
      lutto  fin da  principio. Un novo aumento della paga bastò ad
      acquietarli. Si pa.ssò  il fiume a guado perché Abrocoma, per im-
      pedire  il passaggio del  principe, aveva bruciato tutte le navi.
      Fin allora  gli abitanti  di Tapsaco avevan sempre preteso che
      r Eufrate non fosse guadabile  : « per cui si riguardò quell’ avve-
      » nimento come un miracolo; parve evidente che il fiume si fosse
      » abbassato dinanzi a Ciro, come dinanzi al suo re futuro.  »  *
      Finalmente  s’ arrivò nella pianura di Cunassa, a poca distanza
      da Babilonia, dove s’ incontrò per la prima volta  il nemico.
          Ciro fece l’enumerazione della sua armata:  i barbari erano
      100,000 con 20 carri  sciti  i Greci erano 10,400 opliti e 2500
                         ;
      pollasti.  Il numero di questi era un poco diminuito durante la
          ^
           Scnof. , j4nabasiy 1  , 4.
   378   379   380   381   382   383   384   385   386   387   388