Page 379 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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         I TRENTA TIRANNI. MORTE RI SOCRATE.  .%9
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    » rare le ricchezze e  i beni del corpo a preferenza di quei del-
    » l’anima. Ed anche ora'nii difendo non tanto per me, quanto
    » per vostro riguardo, chè uccidendomi innocente, non pecchiate
    » contro Dio,  il quale pose me sopra la città vostra come un ta-
    » fanosu nobile cavallo per punzecchiarlo e tenerlo desta. Onde,
    » sebbene non sostenni njai magistratura, credo aver reso grandi
    » servigi alla patria, col non abbandonar mai la causa della giu-
    » stizia, nè cedere a forza od autorità del popolo o dei tiranni.
    » Nè quindi per piegar voti a mio favore ricorrerò a mezzi ch’io
    » creda men buoni e giusti  : ma poiché al contrario di quello
    » onde costoro m’imputano, io credo in Dio più di qualunque
    » de’ miei accusatori, perciò a Dio e a voi rimetto  il mio giu-
    » dizio. »
      I giudici passarono ai voti, e 281 contro 278 lo dichiara-
    rono colpevole: ma  gli  fu  lasciata  la  scolta della  pena,  fra
    l’esilio, una multa e la morte. Lui però osservando che l’assog-
    gettarsi a una pena anche minima sarebbe confessarsi coljievolo,
    mentre era invece benemerito della patria, dichiarò che, come
    tale, avrebbe dovuto invece esser mantenuto fino alla morte nel
    Pritaneo a speso della repubblica. Ottanta giudici che da princi-
    pio avevan votato in suo favore, rimasti urtati da questa nobile
    fierezza, si riunirono a’ suoi contrari  ; e nella seconda votazione
    fu decretata la morto. Sentita che ebbe questa sentenza, Socrate
    soggiunse ai giudici  :  « Grande speranza io nutro che ben m’av-
    » venga dall’ essere condannato a morte. Perciocché una delle
    » due conviene che sia  : o che colla morte finisca ogni cosa  , o
    » che un’ altra vita tenga dietro. Se tutto finisce, qual dolcezza
    »  fia mai riposare dolcemente e senza sogni dopo tante fatiche
    » della vita  ! Se un altro mondo succede, qual contento  il tro-
    » varrai cogli antichi savi, unirmi a tanti altri colpiti d’iniquo
    » sentenze; ed uscito di mano vostra, presentarmi a quelli che
    » a diritto si chiamano giudici 1 A voi nessun malo io voglio, se
    » non in quanto aveste intenzione di farmi danno, lo vado a
    » morire, voi vivete; qual delle duo co.se sia  la migliore, Dio
    » solo lo sa. »  ‘
      II giorno seguente,  il sacerdote d’ Apollo incoronò la poppa
      • È un breve sunto dell’ Apologia di Socrate di Platone. È fallo da Cesare
    Canili ; e mi par cosi bene, che dispensanduini dal farne uno  io slesso  1’ bo co-
    pialo dalla sua Storia universale  lib. Ili, cap.  1 1.
      Storia (ItWantka Grecia.  2 ^
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