Page 393 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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             TRATTATO D’ AKTALCIDA.  383
    Pensò allora di soddisfare la sua ambizione in un’altra maniera.
     Quando, nel 399, venne a morte  il re Agide, doveva succeder-
    gli  il figliolo Leotichida. Ma Lisandro lo fece escludere dal regno
    come illegillimo, perché generato dalla moglie di Agide al tempo
    che amoreggiava cón  Alcibiade  ; e  fece conferir la corona ad
     Agesilao, fratello del re defunto. Si dotte poi a esortare  il uovo
    re ad andare in Asia a guerreggiare  i Persiani  ; o Agesilao, in-
    fatti, ci andò nel 396, alla lesta di 3000 Neodamodi e circa 6000
    alleati, e accompagnalo da un consiglio di trenta Spartani, fra  i
    quali Lisandro. Questo sperava di aver cosi raggiunto  il suo in-
    tento  : cioè di comandar lui l’armata in nome del suo protetto.
       Mail suo protetto, Lisandro l’aveva mal giudicato. Agesi-
     lao, brutto d’aspetto, piccolo di statura e zoppo da un piede,
     era però dotato delle più belle e svariate qualità morali  ; rispetto
     a qualunque autorità, alTabilila e benevolenza, facilità a lasciarsi-
     persuadcre da’ suoi concittadini, coraggio straordinario, energia
     perseverante, facilità a sopportare ogni sorta di privazioni, tem-
     jKjranza e semplicità di costumi. Non era dunque uno da volersi
     mettere sotto la dipendenza di Lisandro. Che anzi, quand’e’ vedde
     questo circondarsi di un fasto più che reale e che ne tradiva le in-
     tenzioni segrete, Agesilao non gli dissimulò punto il rincrescimento
     che ne sentiva  ; gli fece capire che  il comandante era e voleva
     es.ser lui; e per avvilirne l’orgoglio, mentre dava a trattare de-
     gli  affari imiwrtanti  a dei soldati semplici  ,  dette a Lisandro
     r incombenza di spezzar la carne per l’armala. Allora Lisandro,
     deluso nelle sue s|)cranze , e vergognandosi d’ esser ridotto a tal
     condizione, chiose ad Agesilao una commissione che gli servisse
     di pretesto per allontanarsi.
       Partilo Lisandro, Agesilao, per ingannar Tisaferne, prese
     tutte le disposizioni come se volesse andar nella Caria. Poi si di-
     resse improvvisamente  alla parte opposta, entrò  nella Frigia,
     s’ impadroni di tulle le città che incontrava, e fece un immenso
     bollino. Di  li fece sparger la voce che voleva entrar nella Lidia.
     Tisaferne lo credè un altro inganno  , e condusse la sua armala
     nella Caria, dove s’ immaginava che questa volta Agesilao ci sa-
     rebbe andato. Ma  il re invase davvero la Lidia e la messe a sac-
     co. Tisaferne accorre  : le due armate s’ incontrano presso Sardi,
     e  i barbari sono pienamente disfatti. Agesilao  s’ impadroni del
     loro campo e ci trovò, oltre  ai bagagli  , più di settanta talenti.
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