Page 391 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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TRATTATO D’ ANTALCIDA.  381
    vere l’educazione, non nell’ inalzafe monumenti gloriosi, ma nel
    mantenere quella forza che l’era necessaria. {>er conservare l’im-
    pero che aveva organizzato. Si noti infine che la costituzione di
    quest’impero era per Sparta un’impudente violazione delle sue
    promesse. Più  di  treni’ anni prima aveva dichiaralo esplicita-
    mente di voler far guerra ad Atene col fine di liberare tutte le
    città greche dal giogo di questa. Duraiite'la guerra, aveva più
    volle ripetuta la promessa alle città, che doventerebbero autono-
    me. Sulla fine della guerra, aveva modificato linguaggio e con-
    dotta  ; condotta e linguaggio che  , dopo la guerra , dovetilarono
    quelli d’un oppressore  assai  più insopportabile del primo per
    liberarsi dal quale l’era stata intrapresa. Insomma, fece allora
    Sparta come nel 1813  i sovrani d’Europa, alleati contro Napo-
    leone. Per es-sere più vigorosamente secondati dai popoli a rove-
    sciare  l’ imjieratore, e’ promossero di dare delle libere costitu-
    zioni: poi, dopo la vittoria, non mantennero nulla. E felice quel
    popolo che si vcdde soltanto defraudare dei beni promossi  !
       In conseguenza di tutto ciò l’odio contro Sparta ingros-
    sava continuamente, e doveva irromper con furia al primo ecci-
    tamento che gli sarebbe stato dato. (Juest ’eccitamento, lo ricevè
    all’ occasione di una nova guerra fra lei e la Persia.
       Nelle lotte che c’erano state fra Ciroe TLsaferne prima che
     il giovano principe si movesse contro  il fratello,  i Greci asiatici
     s’ erano tutti dichiarati in favore del primo. Ora, dopo che Ti-
    saferne, finita la spedizione di Ciro, fu conformalo da Artaserse
     nel .suo antico governo, e nominato per di più a quello che aveva
     tenuto  il principe ucciso, quel satrapo ingiunse subito ulto città
     ioniche di riconoscere  il suo dominio. Loro rifiutarono  , e man-
     darono a Sparta a chieder soccorso. Sparta esaudi la domanda
    e sjiedi in Asia Timbrane alla testa di  1000 Neodamodi (cioè
     Iloti affrancali) e 4000 Peloponnesiaci gravemente armati, accom-
     pagnati da 300 cavalieri ateniesi. Gli si unirono |K»i anche  i su-
     perstiti  dei  Diecimila, guidati da Senofonte,  il di cui servizio
     presso Seute cessò dopo breve tempo.
       .Ma Timbrane non sapeva mantenere la disciplina fra i suoi
    soldati  : per cui  gli  fu levato presto  il comando e  gli fu sosti-
     tuito Dercillida.  11 novo generale, saputo che Tisafernee Farna-
     bazo, contro  i quali insieme era diretta la guerra, vivevano in
     una diffidenza reciproca, se n’approfittò per fare una tregua col
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