Page 414 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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404     LEZIONE VENTIQUATTRESIMA,
        fugiarono a Spaila. Allora questa si credè in dovere di proteggere^
        ì .suoi amici, e spedi delle  truppe' .sotto  il comando d’Àgesilao:
        ma dopo aver deva.slalo per tre giorni  il territorio di Mantinea,
        fu costretto a ritirarsi perchè un' armata lebana s’ avvicinava.
           Alla formazione di quest’ armata avevan contribuito tutte
        le  città  della Grecia  settentrionale e  1’ Eubea e  l’ Argolide é
        l’Arcadia e  1’ Elide  ; per cui s’alzava al considerevole numero
        di 7U,UOO uomini secondo Plutarco,  ' o di più di 50,UU0 secondo
        Diodoro  ed eran capitanati da Epaminonda e Pelopida. S’avan>
        zavano dunque nel Peloponneso  : ma sentito che  i Lacedemoni
        8’ eran  ritirali dall’Arcadia, e’ volevan retrocedere perchè cre-
        devano  la Laconia di  diffìcile accesso, e Sparla inespugnabile.
        Vennero però  al loro campo dei cittadini di Caria che si dice-
        vano disposti a servirgli di guide, se volessero invadere la La-
        conia  ; e vennero pure dei Poricei che promettevano, in questo
        caso, di ribellarsi a Sparta. Allora  i Tebani si decisero per l’in-
        vasione. L’armala  fu  divisa  in quattro  sezioni  le quali, per
        quattro diverse strade, entrarono nella Laconia dove si riunirono
        a Sellasia. Saccheggiarono c incendiarono questa città, (loi con-
        tinuarono verso Sparta dando alle fiamme le case campestri che
        incontravano nel loro passaggio. Dacché quella città era in pos-
        sesso dei Dori, non aveva mai visto una sola volta  i nemici. Chi
        potrebbe dunque  ridir lo spavento che invase  la popolazione,
        massime le donne, vedendo prima  il fumo delle case incendiate,
        scorgendo poi  l’ armala nemica che s’ inoltrava ?
           In tant’ angustia, i magistrati prome.ssero la libertà a quanti
        Iloti si sarebbero  armati.  In un momento sene presentò  più
        di 6000. Quando furono armati, parvero troppi, e si cominciò ad
        averne del timore: ma questo si dileguò  all’arrivo di  rinforzi
        che furono mandati per mare da Corinto, Epidauro, Poilene e
        altre  città  alleate. Fu una fortuna per Sparta avere Agesilao,
        tanto abile e prudente quanto coraggioso. Epaminonda avrebbe vo-
        luto attirarlo a una battaglia camjiale, ma luì non si mos.se punto
        di città. Alcuni giorni dopo , la cavalleria nemica dette un assalto^
        e penetrò in Sparta fino  all’ ippodromo. Li cadde in  un’ imbo-
        scala 0 fu costretta a ritirarsi in disordine. Forse, se avesse po-
        tuto  sostenersi alquanto, sarebbe  stata secondata da dugento
          * XV  , 6i.
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