Page 513 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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DALLA MORTE w’ EUMENE A QUELLA DI PlllKO.  SOIl
    d’ Atene, dopo Draconc e Solone; o in tulle ebbe di mira  il rista-
    bilimento della giustizia, dell’ ordine e del bon eustume si nella
    vita pubblica che nella privata. Nell' anno ottavo  del suo go-
    verno  cioè  nel  309  la  [lopolazione  dell’ Attica sommò a
       ,      ,
    21,000 cittadini, 10,000 meteci, 400,000 schiavi, ossia, in lutto,
    circa 43o,000 abitanti. La sua rendita era di 1210 talenti; e
    Demetrio ne SjHjndeva molti  j)er  utili  istituzioni.  Il  suo  go-
    verno però lion fu sempre savio per  tutta  la .sua durala, jkt-
    chè lui non  si mantenne sempre uguale a sé stesso. Fu anzi
    tale  il suo mutamento da  far giudicare  di  lui  in due modi
    alTatto diversi secondochè si considera nei primi o negli ultimi
    tempi della sua amministrazione. Dapprima era moderato e fru-
    gale, poi doventó intem^ierante e dissoluto; dapprima fece dello
    leggi eccellenti, poi non si vergognò di calpestarle apertamente;
    dapprima amministro bene le finanze pubbliche ed ebbe molta
    cura di rivolgerle all’ utilità dello stato, poi non se ne servi che
    j«r appagar le sue voglie. Anche nel popolo avvenne dunque un
    gran mutamento riguardo a lui  ; che dapprima  l’ amò e  l’ onorò,
    |K)i  gli portò un odio profondo. Le onorificenze che  gli aveva
    tributato non potevano esser maggiori  ;  basti  il dire cho gli
    aveva fallo inalzare 3GU statue di bronzo,  tante cioè quanti
    erano  i giorni dell’ anno. E forse lo corruppero appunto queste
    adulazioni eccessive che sono,  al tempo stesso, un segno di
    gran corruzione  nel  popolo che  le tributava. Dacché  infatti
    In libertà della Grecia era morta, Atene s’era  fatta una città
    materialmente felice, ma aveva perso tutta  la sua grandezza
    passata. La nova generazione, crescùuta sotto la signoria degli
    stranieri, non  presentava nessuno  di quegli uomini  valorosi
    |jer  la mente o  pel braccio che maravigliano colla  loro  fre-  •
    ({uenza nei tempi antecedenti. Non più quella poesia, non più
    quell’ eloquenza che  col  loro splendore e  colla  loro etlicacia
    formavano l’onore della città, mantenevano l’energia del ca-
    rattere, frenavano  la corruzione dei costumi. Ora  gli oratori
     non sono che freddi retori  i  filosofi non sono che sottili cavil-
                ;
     latori;  1 poeti non sono che adulatori affettati.
       Tale era lo stato d’ Atene quando ci si diresse Demotrio l’o-
     liorcete. Credendo da principio  gli  Ateniesi che la  fosse una
     flotta di Tolomeo,  si prepararono tutti a riceverla amichevol-
                                .
     mente; ma quando s’accorsero dello sbaglio, s’ alfrellaroao, fra
                              Di-
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