Page 552 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
P. 552

542     LEZIONE TRENTATREESIMA.
       » pende da voi se  i Greci non sono più docili agli ordini vostri.
       » In tutte le repubbliche c’ è due partiti  ; uno che consiglia a
       » passar sopra alle leggi, ai trattati, a ogni altra considerazione,
       » quando si tratta di piacere a vói  ; e uno che pretende doversi
       » stare alle leggi e ai trattati. L’ opinione di quest’ ultimi incon-
       » tra di più presso  il popolo  : per cui  i vostri  partigiani sono
       » disprezzati e senza onore. Ma se  il senato romano significasse
       » su questo  proposito  la sua volontà, immediatamente  i capi
       » abbraccerebbero  il suo partito, e  il timore farebbe venir die-
       si tro tutti gli altri. »  ‘  Il senato rispose facendo voti che tutte lo
       città avessero  i magistrati simili a lui  ; e dategli delle lettere, lo
       rimandò in patria dove fu subito nominato stratego.
         In quello stesso anno, 179, mori il re Filippo. Gli ultimi anni
       della sua vita, gli aveva  passati preparandosi silenziosamente
       a una nova guerra contro  i Romani.  Si faceva  rileggere ogni
       giorno  il vergognoso trattato che aveva dovuto  accettare dopo
       la battaglia di Cinocefalo; e la memoria continua di quell’ umi-
       liazione  lo rendeva più  attivo  nei preparativi  della  riscossa.
       Nel 181 era tornato da Roma il suo figliolo Demetrio che s’era
       acquistato pienamente l’amicizia del senato. A motivo di que-
       sta, Perseo,  il figliolo maggiore di Filippo, temè che quando  il
       trono della Macedonia resterebbe vacante,  il senato  lo desse a
       suo fratello. S’ adoperò dunque di metterlo in disgrazia del pa-
       dre, e gli disse che Demetrio attentava a’ suoi giorni. Filippo lo
       credè e Io condannò a morte. Poco dopo però ne riconobbe l’in-
        nocenza  ; e senti tanto rimorso d’ averlo fatto uccidere, che ap-
       punto da quel rimorso fu portato al sepolcro.
         Gli  succes.se Perseo, non  solo nel regno ma nell’odio ai
        Romani, e nel desiderio ardentissimo di combatterli. Pure, dap-
        prima dissimulò, e messe ai piedi del senato la sua propria co-
       rona dichiarando di non volerla ricevere che da lui. Con questo
        umile atto d’omaggio si procacciò un riposo di sette anni, du-
        rante  i quali potè prepararsi alla guerra. Mandò ambasciatori a
       cercare alleati per tutta la Grecia,  a  Cartagine,  nell’ Oriente:
       ma tutti eran pieni di terrore pel nome romano, e gli promette-
        vano aiuti per quando avrebbe vinto; cioè quando non avrebbe
        più saputo che farsene. Soltanto Coti re degli Odrisi ebbe core
        di partecipare alla sua fortuna; e, dopo cominciata  la guerra,
          < Polibio, XXVI
                , 2.
   547   548   549   550   551   552   553   554   555   556   557