Page 549 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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RIDUZIONE DELLA GRECIA A PROVINCIA ROMANA.  530
   Fu questo  il suo primo errore. Un altro errore non meno grave
   fu quello di non spingere alacremente la guerra prima che arri-
   vassero  i Romani. Quasi sessagenario com’era, e’ s’innamorò a
    Calcide d’ una giovane e bella ragazza  ; la sposò  , e passò  nel-
    r Eubea, festeggiando le nozze, quel tempo che avrebbe dovuto
    impiegare  nell’ imprese  militari. Arrivarono intanto  le  legioni
    romane. Antioco tentò di trattenerle alle Termopili. La resistenza
    fu inutile; e vinto, nel 192, da Acilio Glabrione e da Catone,
    dovè fuggir dalla Grecia e ripararsi a Efeso. Da questa città fu
    poi costretto da L. Scipione a ritirarsi  al  di  là  del Tauro. Le
    vittorie poco dopo riportate sui Galati da Manlio Vulso, resero
    l’Asia Minore appartenente ai Romani.
      Dopo la dLsfdtta d’ Antioco alle Termopili,  i Romani attac-
    carono gli Eloli, e gli vinsero, e gli costrinsero ad arrendersi a
    discrezione. E’ doverono riconoscere  la supremazia di Roma
                               ;
    dichiarare che avrebbero gli stessi amici e gli stessi nemici che
    lei  ; consegnare le loro armi e  i loro cavalli, e quaranta ^staggi
    designati dal senato; e finalmente pagare 1000 talenti.
      Gli Achei dunque erano restati  i soli nella Grecia che aves-
    sero qualche potenza. Adunarono  l’ assemblea per deliberare sul
    partito da prendersi di fronte ai Romani. Era opinione  d’ Ari-
    steno che non essendo la lega abbastanza forte da marciar contro
    loro, bisognava affrettarsi a fare atto d’ubbidienza e farlo since-
    ramente. « Cornei » gli disse con risentimento Filopemene, « hai
    » tanta premura di vedere la rovina fatale della Grecia? »  ' E’
    non credeva per questo di conservare  affatto libera la Grecia
    dai Romani  : ma voleva ritardarne più che poteva la caduta de-
    finitiva. Quindi propose di riunire alla lega tutto  il Peloponneso;
    e vivendo liberi ma quieti, non dare ai Romani  nessun’ occa-  •
    sione  d’ introdurcisi. E quell’unione l’aveva ottenuta, e aveva
    cercato di mantenerla contro le mene del partilo devoto ai Ro-
    mani che Flaminino aveva avuto la destrezza di formare anche
    nel  Peloponneso. Cosi, quando, prima che  finisse  la guerra
    d’ Antioco, Sparla si ribellò alla lega e Diofane stratego di que-
    sta voleva risollomelterla a forza, Filopemene cercò di persua-
    derlo che bisognava dissimulare le ingiurie degli alleati per non
    metterli nel caso d’ invitare  i Romani. E siccome Diofane non
    gli dava retta e s’avanzava contro Sparta, Filopemene entrò in
      • PluL, Filopem., t7.
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