Page 554 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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544          LEZIONE TRENTATREESIMA.         ,
           eie romane  ; ebbero la derisione di sentirsi dichiarate libere da
           un decreto del senato. Vennero divìse, quella in quattro distretti
           e questa in tre  ; e  i loro abitanti, esonerati della metà dei tributi
           che pagavano prima ai loro re. Gli ebbero però  l’ obbligo, sotto
            pena di morte, di non contrar matrimoni nè posseder fondi fuori
            del loro proprio distretto  : doveva insomma ogni distretto non
            aver nessuna comunicazione nè cogli altri  distretti  dello stesso
            stato, nè cogli stati vicini.
               Il terrore suscitato da questi avvenimenti fu universale  ; e
            universale  la premura di mandare ambasciatori ai Romani per
            congratularsi delle loro vittorie.* I Romani dunque crederono di
            potersi  levar  la maschera.  All’ armata vincitrice di Perseo, le
            abbandonarono, in ricompensa,  l’ Epiro: settanta delle sue città
            furono messe a sacco, e 150,000 abitanti ridotti schiavi. In Eto-
            lia, dei soldati romani uccisero tutti  i senatori di quella lega
            che erano 550, e Roma lasciò impunita la strage. Fu stabilito un
            tribunale inquisitoriale che ricercasse in tutta la Grecia chi aves-
           se, o in un modo 0 nell’ altro, favorito  i disegni di Perseo, e fos-
            sero tutti mandati a Roma per esserci giudicati. Quel tribunale
            fu cosi attivamente zelante, che  i soli Achei mandati  in Italia
            come sospetti erano più  di mille: c’era  fra  loro  Polibio, ed
            erano tutti  il fior del paese. Arrivati in Italia  , furono confinati
            in varie città; e ci furono trattenuti per diciassett’ anni, chiedendo
            sempre invano o d’essere giudicati o d’essere rimandati liberi.
            Ottennero la libertà soltanto nel 150, per intercessione di Poli-
            bio che era vivamente appoggiato da Scipione Emiliano di cui
            s’ era fatto amico: ma eran ridotti a non più di 300, quando tor-
            narono in patria. Nell’anno di quel ritorno mori Callicrate che,
            quantunque detestato da tutti , aveva sempre tenuto la suprema
            autorità della lega, facendo sempre gl’ interessi di Roma.
               La Macedonia, dopo la caduta di Perseo, era restata in
            pace: ma nel 150 si sollevò per opera d’un avventuriere, chia-
            mato Andrisco, che si spacciava per figliolo naturale di Perseo.
            Il popolo gli credè o gli volle credere, e lo dichiarò re sotto  il
            nome di Filippo. Il senato romano mandò contro* lui, nel  149,
            un’armata, ma lui la distrusse; ne mandò un’altra, l’anno se-
            guente, sotto  il comando di Q. Cecilie Metello, e Andrisco fu
            vinto, preso e portato a Roma carico di catene. Allora la Mace-
           donia fu ridotta a provincia romana.






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