Page 546 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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536          LEZIONE TRENTA.TREESIMA.
          (iendole assistenza contro Filippo  ; e Roma gli dichiarò di novo la
          guerra nel 200, sebbene avesse terminata di poco la lotta contro
          Cartagine sostenuta per sedici anni. Se questa determinazione
          mostra da una parte quanto fosse infaticabile il coraggio di quel
          popolo, ci fa persuasi dall’ altra che ben meschina doveva essere
          oramai la potenza si morale che matefialo della Grecia, Ne ab-
          biamo anche una prova convincente  nelle poche forze che ci
          spedirono  i Romani : erano soltanto due legioni , sotto il comando
          del console Sulpicio, principale consigliatore  di  quell’ impresa.
          Pure, nè Sulpicio nè P. Villio, che fu suo successore nell’anno
          seguente, non riportarono, a motivo delle loro lentezze, nessun
          vantaggio sopra Filippo. Era riserbato di vincerlo a T. Quinzio
          Flaminino. Questo non aveva ancora l’età richiesta pel consolato  :
          ma la sua fama di astuto e di energico era molta, e il popolo, desi-
          deroso di  finir quella guerra,  lo nominò console. Arrivato in
          Grecia, cercò prima  di  tutto di acquistarsi amici e aderenti
                                                      ;
          e ci riusci parlando greco, mostrandosi cortese con  tutti, pro-
          testando grand’ amore alla libertà. Seppe  cosi attirare nel suo
          partito la Beozia e la lega achea: Nabide, successore  di Maca-
          nida a Sparta, era già nemico dichiarato di Filippo. Svernò nella
          Grecia centrale. Venuta poi la primavera del^197, andò a cer-
          care  il re nella Tessaglia conducendo 26,000 uomini, 8000 dei
          quali eran Greci. Filippo non aveva che 25,000 soldati, e aveva
          dovuto, per raggiunger quel numero, arrolare perfino dei giova-
          netti di sedici anni  : aveva logorato le sue forze  nelle sue  folli
          imprese. La battaglia ebbe luogo nella pianura sottostante alle
          colline  dei  Cinocefali. La  terribile falange dei Macedoni soc-
          combè a fronte della legione romana, tanto più agile. Il re ebbe
          8000 morti e 5000 prigionieri;  e non avendo nessun’ altra ar-
          mata da opporre, dovè chieder pace e accettare i patti impostigli
          dal vincitore. Quei patti furono  : che non terrebbe più di cin-
          quecento soldati nè più di cinque navi; che non farebbe nessuna
          guerra senza  il permesso del senato romano  ; che ritirerebbe le
          sue guarnigioni da tutte le città greche  ; che pagherebbe cinque-
          cento talenti subito, e altri cinquecento divisi in dieci rate an-
          nuali  ; che darebbe in ostaggio ai Romani  il suo  figliolo De-
          metrio.
                                          giochi
             L’ anno seguente , si recò Flairiinino ai  Ismici. Era
          iiftmensa la folla accorsaci da tutte le parti della Grecia e fuori.
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