Page 77 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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CONDIZIONI CIVILI E MORALI NEI TEMPI EROICI. 67
» consegnarla al suo socero, affinché Bellerofonte perisse. » Non
‘
si tratta qui d’una lettera bell’ e bona? Noi, dunque, crediamo
insussistente la ragione addotta , contro l’ esistenza d’ Omero
dell’ignoranza, a’ suoi tempi, della scrittura.
Ma oltre a questa ragione estrinseca, e’ ne adducono anche
dell’ intrinseche, quali sarebbero alcune contradizioni che si tro-
vano nei poemi omerici , specialmente nell’ Iliade. Nel secondo
libro, per esempio, Megete figliolo di Fileo é detto re di Duli-
chio, e Medoneèdetto comandante delle truppe di Filottete che,
vengono da Metone : nel libro tredicesimo invece, o anche nel
"
quindicesimo, Megete si dice re degli Epei abitanti in Elide, e
Medone si dice capitano dei Ftii abitanti in Filace. Nel quarto
libro, Giove raduna il consiglio degli dei per deliberare se fra i
(ìreci e i Troiani si deva far la pace o continuar la guerra: con
ciò gli è chiaro che contradice al giuramento ohe ha già fatto a
Teti nel primo libro, di far vincer cioè i Troiani, finché Achille,
figliolo di lei, non abbia avuto dai Greci una giusta soddisfazione
dell’ oltraggio fattogli da Agamennone. Queste e altre consimili
contradizioni si giustificano considerando, prima, che passarono
dei tempi barbari fra quello che furon composti i poemi (pare
che lo fossero nel secolo decimo) e quello che furon pubbli-
cati in modo da assicurare resistenza ; poi che 1’ attenzione non
,
può non illanguidire qualche volta anche negl’ intelletti più ro-
busti, nel corso d’un lavoro di molta mole. Se di questa debo-
lezza delle facoltà intellettuali dell’ uomo non se ne volesse far
nessun conto, di quanti autori non si dovrebbe dire, per la
stessa ragione delle contradizioni , eh’ e’ non sono esistiti mai ?
V Eneide di Virgilio, nel suo stato attuale, sarebbe senza
dubbio opera, non di Virgilio, ma d’un accozzatore di canti di
vari poeti ; giacché la presenta più contradizioni dell’ Iliade e
deirOdmeo. Citiamone qualcheduna.— 11 cavallo di legno col
di cui mezzo i Greci penetrarono in Troia, è detto prima essere
stato fatto d’ abete ; poco dopo , non più d’ abete ma d’ acero ,
poi, invece, è fatto di rovere.*— Sulla fine del secondo libro,
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Instar montis tquum, divina Palladis arte,
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