Page 273 - I Segreti del digiuno al Futuhat FINAL
P. 273
272 al-Futūḥāt al-makkiyya
CONTINUAZIONE RIGUARDO ALLA SEZIONE
DEL DIGIUNO DELL’OSPITE
At-Tirmiḏī ha riferito che ʿĀʾiša ha riportato che l’Inviato di Allah, che
Allah faccia scendere su di lui la Sua alāt e la Pace, ha detto: “Chi si
ferma come ospite da una gente non digiuni per obbedienza volontaria
428
senza la loro autorizzazione” ( ). Noi sappiamo che i Sūfī sono gli os-
piti di Allah, poiché essi viaggiano lontano dalle sorti (ḥu ū ) delle loro
anime e di tutti gli esseri, preferendo il Lato divino e quindi prendono
dimora presso di Lui e non compiono opera senza l’autorizzazione di
Colui presso cui dimorano, cioè Allah. Essi non prendono un’iniziativa,
non si fermano e non si muovono se non per un ordine divino. Chi non
ha questa qualif ca, cammina (yam ) nella Via, passando attraverso le
sorgenti (ma ā il) della sua anima f nché arriva al suo signore, ed allora
diventa veramente un ospite. E se si ferma presso di Lui e non ritorna
429
( ), fa parte della Gente [(a l), anche: famiglia], poiché “la Gente del
Corano – che è la riunione ( amʿ) con Lui, l’Altissimo – è la Gente di
Allah e la Sua élite” ( ).
430
Aneddoto. Il nostro Maestro Abū Madyan, in Occidente, aveva ab-
bandonato la sua professione e sedeva con Allah, dipendendo da ciò
che Allah avrebbe aperto per lui. Egli era su una strana via con Allah
in questo sedersi ( ulū ), poiché non rif utava nulla di quanto gli veniva
dato [tramite Lui], così come l’Imām ʿAbd al-Qādir al-Ǧīlī. Sennonché
ʿAbd al-Qādir era più energico (a a ) nel dominio esteriore, a causa
di ciò che gli conferiva la nobiltà ( a a ) [della sua funzione iniziatica]
( ). Gli venne chiesto: “O Abū Madyan, perché non lavori, o perché
431
non parli del lavoro?”, ed egli rispose: ”Ma io parlo di esso!”, ed allora
gli venne chiesto: “Perché non eserciti una professione?”. Egli rispo-
se: “Secondo voi, quando l’ospite arriva presso una gente e decide di
restare, per quanto tempo è obbligatorio of rirgli ospitalità?”, ed essi
428 a riportato da at-Tirmiḏī, VI-70, e da Ibn Māǧa.
429 Cfr. la traduzione del Cap. 45, pubblicata nel N° 307, Aprile-Maggio 1953, di
tu a iti ll .
430 a riportato da Ibn Ḥanbal.
431 Nel Cap. 177 [II 308.7], Ibn ʿArabī precisa che ʿAbd al-Qādir al-Ǧīlānī aveva
ricevuto il governo (taḥakkum) del mondo, cioè il Calif ato, e lo esercitava ef ettivamente.