Page 273 - I Segreti del digiuno al Futuhat FINAL
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                  CONTINUAZIONE RIGUARDO ALLA SEZIONE
                          DEL DIGIUNO DELL’OSPITE

            At-Tirmiḏī ha riferito che ʿĀʾiša ha riportato che l’Inviato di Allah, che
            Allah faccia scendere su di lui la Sua  alāt e la Pace, ha detto: “Chi si
            ferma come ospite da una gente non digiuni per obbedienza volontaria
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            senza la loro autorizzazione” ( ). Noi sappiamo che i Sūfī sono gli os-
            piti di Allah, poiché essi viaggiano lontano dalle sorti (ḥu ū ) delle loro
            anime e di tutti gli esseri, preferendo il Lato divino e quindi prendono
            dimora presso di Lui e non compiono opera senza l’autorizzazione di
            Colui presso cui dimorano, cioè Allah. Essi non prendono un’iniziativa,
            non si fermano e non si muovono se non per un ordine divino. Chi non
            ha questa qualif ca, cammina (yam  ) nella Via, passando attraverso le
            sorgenti (ma ā il) della sua anima f nché arriva al suo signore, ed allora
            diventa veramente un ospite. E se si ferma presso di Lui e non ritorna
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            ( ), fa parte della Gente [(a l), anche: famiglia], poiché “la Gente del
            Corano – che è la riunione ( amʿ) con Lui, l’Altissimo – è la Gente di
            Allah e la Sua élite” ( ).
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            Aneddoto. Il nostro Maestro Abū Madyan, in Occidente, aveva ab-
            bandonato la sua professione e sedeva con Allah, dipendendo da ciò
            che Allah avrebbe aperto per lui. Egli era su una strana via con Allah
            in questo sedersi ( ulū ), poiché non rif utava nulla di quanto gli veniva
            dato [tramite Lui], così come l’Imām ʿAbd al-Qādir al-Ǧīlī. Sennonché
            ʿAbd al-Qādir era più energico (a  a ) nel dominio esteriore, a causa
            di ciò che gli conferiva la nobiltà ( a a ) [della sua funzione iniziatica]
            ( ). Gli venne chiesto: “O Abū Madyan, perché non lavori, o perché
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            non parli del lavoro?”, ed egli rispose: ”Ma io parlo di esso!”, ed allora
            gli venne chiesto: “Perché non eserciti una professione?”. Egli rispo-
            se: “Secondo voi, quando l’ospite arriva presso una gente e decide di
            restare, per quanto tempo è obbligatorio of rirgli ospitalità?”, ed essi



            428  a    riportato da at-Tirmiḏī, VI-70, e da Ibn Māǧa.
            429 Cfr. la traduzione del Cap. 45, pubblicata nel N° 307, Aprile-Maggio 1953, di
             tu      a iti    ll  .
            430  a    riportato da Ibn Ḥanbal.
            431 Nel Cap. 177 [II 308.7], Ibn ʿArabī precisa che ʿAbd al-Qādir al-Ǧīlānī aveva
            ricevuto il governo (taḥakkum) del mondo, cioè il Calif ato, e lo esercitava ef ettivamente.
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