Page 271 - I Segreti del digiuno al Futuhat FINAL
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senza che nulla venga tolto della ricompensa per colui che digiuna” ( ),
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ed [at-Tirmiḏī] ha commentato al riguardo che si tratta di uno ḥa
sano. Quindi colui che digiuna ha una ricompensa per la sua rottura,
come ne ha una per il suo digiuno, mentre chi lo aiuta a rompere ha la
ricompensa della sua rottura, non quella del suo digiuno. Comprendi
dunque!
Da questa notif cazione abbiamo appreso che la rottura fa parte del
completamento del digiuno e che colui che aiuta una persona a compie-
re un’opera è accomunata con lui nel bene che quell’opera comporta,
comunanza che non implica una diminuzione [come nel caso di una
condivisione], bensì ognuno dei due [soci] ha la ricompensa completa,
come è stato riferito nello ḥa : “Chi stabilisce una buona regola […]”
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( ). Il Legislatore ha quindi istituito la rottura come completamento del
digiuno, ed essa ne è parte integrante.
Chiunque si addossa una parte della cosa le cui parti sono correlate,
ottiene il bene di quella cosa, anche se non ha attualizzato o non è
qualif cato da quella cosa nella sua interezza, come invece ne è caratte-
rizzato il suo possessore. Analogamente chi è caratterizzato da una delle
parti della Profezia ha la ricompensa di colui a cui la Profezia è stata
confermata in toto e ne ha ottenuto l’eccellenza, senza essersene rives-
tito completamente. Egli non è un Profeta e per questo è stato riferito
che: “Nel Giorno della Resurrezione arriveranno degli uomini che non
sono Profeti, ma che saranno invidiati dai Profeti” ( ). I Profeti hanno
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ottenuto questa eccellenza mediante i carichi e le dif coltà che la Pro-
fezia comporta, mentre costoro ne sono rivestiti e caratterizzati in virtù
di una sola o di più parti di essa; ora, è possibile che questa parte non
comporti dif coltà e malgrado ciò, in virtù di essa, ottengono il rango
di eccellenza di coloro che ne sono rivestiti completamente. Come nel
caso del povero e del ricco, quando il primo desidera compiere un’opera
di bene e vede che il ricco o il sapiente compie ciò che al povero non
è possibile fare: essi saranno uguali nella ricompensa, anche se non
sono accomunati che nell’intenzione ( iyya . [Peraltro] colui che ha solo
424 a riportato da at-Tirmiḏī, VI-82, Ibn Māǧa, ad-Dārimī, e da Ibn Ḥanbal.
425 a riportato da Muslim, XII-69, XLVII-15, at-Tirmiḏī, an-Nasāʾī, ad-Dārimī,
Ibn Māǧa, e da Ibn Ḥanbal.
426 a riportato da at-Tirmiḏī, XXXIV-23, e da Ibn Ḥanbal.