Page 279 - I Segreti del digiuno al Futuhat FINAL
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278 al-Futūḥāt al-makkiyya
i Nomi divini si velano l’un l’altro, ed anche se ad ognuno di quelli
che velano [(al-ḥā i ū ): i Ciambellani] e di quelli che sono velati spetta
l’autorità del momento, alcuni di essi sono più degni di altri di essere
velati, e ciò vale in tutti gli stati della manifestazione.
Abū Aḥmad ibn ʿAdī al-Ǧurǧānī ha riferito il racconto di ʿAmr ibn Abī
ʿAmr, da parte di [657] al-Muṭṭalib, secondo il quale ʿĀʾiša ha detto:
“L’Inviato di Allah, che Allah faccia scendere su di lui la Sua alāt e la
Pace, quando incominciava Ramaḍān stringeva il suo manto (mi a ) e
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non tornava al suo giaciglio f nché non f niva Ramaḍān” ( ). Muslim
ha riferito anche che ella ha detto: “L’Inviato di Allah, che Allah faccia
scendere su di lui la Sua alāt e la Pace, quando iniziavano i dieci – cioè
gli ultimi dieci giorni di Ramaḍān – vegliava la notte e teneva sveglia la
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sua famiglia, si applicava con zelo [ai riti] e stringeva il suo manto” ( ).
La veglia della notte sta a indicare la alāt fatta durante essa e questo è
ciò che si intende per veglia della notte nella lingua della Legge ( ). Gli
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uomini sono in colloquio con il Vero [nelle notti di Ramaḍān] secondo
due modalità:c’è chi è in colloquio con Lui per mezzo del Nome “Colui
che trattiene (al-mum ik)”, ed esso è anche uno dei Ciambellani del
Nome “Ramaḍān”, e chi è in colloquio con Lui per mezzo del Nome
439 a non recensito nelle raccolte canoniche.
440 a riportato da al-Buḫārī, XXXII-5, Muslim, XIV-7, Abū Dāʾūd, VI-1, an-
Nasāʾī, Ibn Māǧa, e da Ibn Ḥanbal.
441 Nel Cap. 69 [I 495.33] Ibn ʿArabī precisa: “È stabilito che l’Inviato di Allah, che
Allah faccia scendere su di lui la sua alāt e la Pace, ha detto: “Chi veglia in Ramaḍān con
fede e cercando la ricompensa [di Allah] verrà perdonato dei suoi peccati passati”. Essa
[cioè la veglia del mese di Ramaḍān] è raccomandata in esso, ed è chiamata “[la alāt
del] le ricreazioni (ta ā ḥ)” ed “il fare a coppie (i āʿ)”, poiché la sua alāt è a due a due.
Vi è divergenza riguardo al numero delle sue aka āt che gli uomini fanno in Ramaḍān,
e riguardo a quale di essi sia preferibile, in quanto non c’è un testo scritturale che lo
af ermi. Alcuni preferiscono fare 20 ak at, escluso il it , altri prediligono 36 ak at con
il it di tre ak at, e questo è l’ordine antico a cui ci si atteneva nei primi tempi. Ciò
che sostengo al riguardo è che non c’è un tempo def nito (ta t), e se vi fosse sarebbe
necessario seguire l’esempio, e l’esempio da seguire è quello dell’Inviato di Allah, che
Allah faccia scendere su di lui la sua alāt e la Pace. È stabilito che egli, che Allah faccia
scendere su di lui la sua alāt e la Pace, non faceva più di 13 ak at, incluso il it , né in
Ramaḍān, né in altri mesi, sennonché egli le prolungava e le abbelliva. Questo è ciò
che prediligo, in modo da riunire la veglia di Ramaḍān con l’imitazione dell’Inviato di
Allah, che Allah faccia scendere su di lui la sua alāt e la Pace. L’Altissimo ha detto: ”Voi
avete nell’Inviato di Allah un esempio eccellente” (Cor. XXXIII-21).”