Page 284 - I Segreti del digiuno al Futuhat FINAL
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Muḥyīddīn ibn ʿArabī 283
di voi sono quelli che combattono e quelli che hanno pazienza” (Cor.
XLVII-21), malgrado Egli sia Sapiente di ciò che accade da parte loro.
Ma lo stato (ḥāl) Gli impedisce, Gloria a Lui, di sostenere l’argomento
decisivo contro di noi ( ), ed ha detto: “Ad Allah spetta l’argomento
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decisivo” (Cor. VI-149), e con la prova nessuno può più argomentare
con Allah. Con quella messa alla prova Egli toglie loro la possibilità di
dire, se Egli li giudicasse in base alla Sua [sola] Scienza: “Se ci avessi
messo alla prova ci avresti trovato conformi ai Tuoi ordini”. Questa si
chiama “scienza della prova (ʿilm al-ḫibra)” e ciò corrisponde al Nome
“l’Informato (al-ḫabīr)” nel detto dell’Altissimo: “Sapiente, Informato”
(Cor. IV-35). Questa è una brezza divina riguardo al [Suo] apprendere
della cosa da altri che Lui, non da Se stesso, e noi siamo titolati a questa
modalità di apprendimento.
Per questo abbiamo detto che il lato esteriore del servitore colloquia
con il Nome l’Interiore ed il suo lato interiore colloquia con il nome
l’Esteriore. Egli quindi veglia al Suo cospetto in modo da apprendere,
ed Egli gli dona ciò che vuole donargli. Quando vedi colui che apprende
apprendere nella sua veglia la rottura del corso abituale degli avvenimenti
percepito dai sensi, chiamata “carisma degli Intimi (karamat al-awliyāʾ)”
dalla maggior parte degli uomini, e “segni dei Profeti Inviati”, su di
loro la Pace, quello è un dono del Nome l’Esteriore. Quando invece lo
vedi apprendere scienze e saggezze riguardo alle quali le intelligenze
restano sconcertate, talora rif utandole, talora accettandole, in quanto
non le comprendono con la facoltà razionale, tutto quello è un dono
del Nome l’Interiore [o il Nascosto]. Poni attenzione a ciò su cui ti ho
informato e consigliato, af nché tu sappia con Chi stai colloquiando, e
non confondere, sì che Egli [non] ti confonda, poiché Allah ha detto:
“Noi confondiamo per loro ciò che essi confondono” (Cor. VI-9), ed
ha detto: “Ed essi ingannano ed Allah inganna” (Cor. III-54), poi ha
negato loro l’inganno, aggiungendo: “anzi, tutto l’inganno appartiene
da quello che sei? Se tu fossi stato altro, non ti avrei forse conosciuto ugualmente?”. È
per questo che ha detto: “sì da sapere” […] È la scienza che segue il suo oggetto, non il
contrario: comprendi dunque, poiché si tratta di una questione sottile”.
447 Come aveva af ermato poche righe prima: “il giudizio (ḥukm) dipende dagli stati
(aḥwāl)” e f nché il servitore non ha attualizzato nell’esistenza contingente le possibilità
contenute nella sua essenza permanente il Vero non può stabilire contro di lui, o per
lui, l’argomento decisivo, solo sulla base della Sua Scienza delle essenze permanenti.